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Access Now, Amnesty International Usa, Human Rights Watch e Mnemonic hanno rivolto un appello alle piattaforme che ospitano e diffondono contenuti – come Facebook, Twitter e YouTube – affinché conservino le potenziali prove di crimini di diritto internazionale e violazioni dei diritti umani ad opera di tutti gli attori coinvolti nel conflitto dell’Afghanistan.
Negli ultimi 20 anni, sottolineano le quattro organizzazioni, la tecnologia ha favorito un profondo cambiamento nel monitoraggio, nella documentazione e nella denuncia delle violazioni dei diritti umani così come nelle mobilitazioni e nelle campagne per la giustizia.
Le piattaforme destinatarie dell’appello limitano o rimuovono, in modo del tutto comprensibile, contenuti che incitano alla violenza. Ma è importante che non distruggano, al contrario conservino e archivino materiale che potrebbe costituire elemento di prova, per metterlo poi a disposizione di ricercatori e investigatori competenti così come delle vittime che chiedono giustizia.
I meccanismi di conservazione e messa a disposizione a fini d’indagine e di richiesta di giustizia dovrebbero essere elaborati insieme agli organismi investigativi internazionali, ai gruppi per i diritti umani e della società civile, agli accademici e ai giornalisti competenti in materia.