Azerbaigian, seconda vergognosa condanna per una scritta sulla statua dell’ex presidente
8 Dicembre 2016
Bayram e Giyas
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Dopo Giyas Ibrahimov, condannato a 10 anni di carcere il 25 ottobre, il 7 dicembre un altro giovane attivista dell’Azerbaigian, Bayram Mammadov, ha ricevuto la medesima pena al termine di un processo che, come il precedente, ha rappresentato una parodia della giustizia.
Ibrahimov e Mammadov, studenti e attivisti del movimento giovanile Nida, erano stati arrestati il 9 maggio nella capitale Baku, dopo aver pubblicato su Facebook l’immagine di una scritta realizzata con lo spray su una statua del defunto ex presidente Heydar Aliyev, padre dell’attuale presidente Ilham Aliyev.
La scritta, ‘Felice giorno dello schiavo’, voleva essere una presa in giro dello slogan ‘Felice giorno dei fiori’, una ricorrenza che si celebra ogni anno il 10 maggio, compleanno dell’ex presidente.
La polizia sostiene di aver scoperto otto grammi di eroina in possesso dei due ragazzi. Tuttavia, nel corso degli interrogatori si è parlato solo della scritta sulla statua ed è stato ripetutamente chiesto loro di scusarsi pubblicamente per aver offeso l’ex presidente. Hanno rifiutato e per punizione sono stati picchiati e costretti a pulire i gabinetti della stazione di polizia mentre venivano filmati e minacciati di stupro.
Amnesty International, attraverso la maratona di firme Write for Rights, chiede l’immediato annullamento delle condanne di Ibrahimov e Mammadov l’avvio di un’inchiesta indipendente sulle torture che i due ragazzi hanno denunciato di aver subito ad opera della polizia.
In Azerbaigian, i difensori dei diritti umani, gli attivisti politici e i giornalisti indipendenti si trovano in una morsa, costantemente a rischio di ricatti, aggressioni fisiche e torture.