2017, Favela di Rio de Janeiro - Foto di Mauro Pimentel/AFP
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Amnesty International ha chiesto alle autorità brasiliane di porre immediatamente fine alle operazioni di polizia che, negli stati di Bahía, Río de Janeiro e São Paulo, hanno causato 45 morti nel contesto – secondo quanto dichiarato dalle autorità – della “lotta contro i gruppi del narcotraffico”.
Nello stato di Bahía, dal 28 luglio al 1° agosto, sono state uccise 19 persone in operazioni di polizia nelle città di Salvador, Itatim e Camacari.
Nello stato di Río de Janeiro, la polizia è intervenuta il 2 agosto nel quartiere di Vila Cruzerio uccidendo 10 persone. Nel maggio 2022 un’analoga operazione nella stessa zona aveva causato 25 morti.
Infine, nella regione della Baixada Santista dello stato di São Paulo, la reazione della polizia militare all’uccisione di un soldato, avvenuta il 27 luglio, ha prodotto 19 morti e 181 arresti. I residenti hanno denunciato episodi di tortura. È previsto che la polizia militare resterà nella zona per altri 30 giorni. Nella stessa zona, nel maggio 2006, in due settimane – sempre a seguito dell’uccisione di agenti di polizia – erano state uccise 564 persone.
La frequenza di operazioni così letali dimostra la mancanza di controlli esterni sull’operato delle forze di polizia da parte delle procure statali, cui tali controlli spetterebbero.
Il 4 agosto Amnesty International Brasile, l’Istituto Vladimir Herzog, Conectas Derechos Humanos e Human Rights Watch hanno sollecitato indagini su queste recenti morti a seguito di operazioni di polizia.