Covid-19: da Pfizer dichiarazioni fuorvianti sull’equa distribuzione dei vaccini

11 Novembre 2021

@POOL/AFP via Getty Images

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Amnesty International ha dichiarato che l’azienda farmaceutica Pfizer sta diffondendo dichiarazioni fuorvianti circa il suo impegno in favore dell’equità dei vaccini mentre continua a fornire la maggior parte delle dosi agli stati ricchi.

Dopo aver recentemente stimato profitti dalle vendite di vaccini nel 2021 pari a 36 miliardi di dollari, Pfizer sta distorcendo la realtà a beneficio della sua immagine sostenendo di dare priorità a un’equa distribuzione dei vaccini e di voler condividere le sue conoscenze scientifiche.

La realtà, per Amnesty International, è tutt’altra.

Pfizer continua a dichiarare che entro la fine del 2021 avrà fornito almeno un miliardo di dosi “agli stati a basso e a medio-basso reddito”. Ma in queste dichiarazioni, l’azienda farmaceutica considera come un solo gruppo gli stati a basso, medio-basso e alto-medio reddito, che rappresentano l’84 per cento della popolazione globale.

A settembre, Pfizer aveva dichiarato di aver spedito due miliardi di dosi. A novembre, in una lettera ad Amnesty International, ha però ammesso che solo 154 milioni di dosi, ossia meno dell’otto per cento di quanto dichiarato, erano arrivate a 42 stati a basso e a medio-basso reddito e che, di 154 milioni, solo il 10 per cento era arrivato a stati a basso reddito.

Quanto all’impegno a condividere le sue conoscenze scientifiche, Pfizer non ha aderito al Technology Access Pool istituito proprio a tale fine, non sta partecipando all’hub attivato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per la produzione dei vaccini a mRNA in Africa (dove solo il 4.4 per cento della popolazione ha terminato il ciclo vaccinale) e fa pressioni contro la proposta di cedere temporaneamente i brevetti sui vaccini, così come del resto fanno gli altri produttori europei e statunitensi: BioNTech, Moderna, Johnson & Johnson e AstraZeneca.

Secondo Airfinity, circa il 96 per certo dei vaccini prodotti da Moderna è destinato agli stati ad alto-medio e ad alto reddito. Negli ultimi 50 giorni, solo 100.000 delle 52 milioni di dosi spedite sono arrivate negli stati a basso reddito.

Johnson & Johnson, sempre secondo Airfinity, ha inviato agli stati a basso reddito solo l’11 per cento della sua produzione e un ulteriore cinque per cento è andato agli stati a medio-basso reddito.

“Quando mancano 50 giorni alla fine dell’anno, non è ancora troppo tardi perché le grandi aziende farmaceutiche tornino sui loro passi, facciano la cosa giusta e rispettino le loro responsabilità sui diritti umani. Ma devono assicurare velocemente una distribuzione equa dei vaccini e garantire che la metà delle dosi che produrranno entro fine dell’anno saranno destinate agli stati a basso e a medio-basso reddito”, ha commentato Patrick Wilcken, direttore del programma Aziende e diritti umani di Amnesty International.

L’organizzazione per i diritti umani sta portando avanti la campagna “Conto alla rovescia dei 100 giorni” per chiedere a stati e aziende farmaceutiche di redistribuire vaccini agli stati a basso e a medio-basso reddito, in modo che milioni di persone in più possano essere protette dalla pandemia da Covid-19 entro la fine del 2021.