Egitto: la condanna dei giornalisti di Al Jazeera è un affronto alla giustizia

30 Agosto 2015

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Le condanne inflitte il 29 agosto ai due giornalisti di Al Jazeera Mohamed Fahmy e Baher Mohamed sono, per Amnesty International, un affronto alla giustizia che suona come una campana a morto per la libertà d’espressione in Egitto. Il tribunale del Cairo ha giudicato i due giornalisti colpevoli di aver diffuso ‘false notizie’ e di aver lavorato privi di accredito. Mohamed Fahmy è stato condannato a tre anni e mezzo, Baher Mohamed a tre anni e mezzo. Peter Greste, il terzo imputato giudicato in contumacia, è stato a sua volta condannato a tre anni.

Questo verdetto farsesco è un colpo al cuore della libertà d’espressione in Egitto. Le accuse contro Famhy, Greste e Mohamed sono sempre risultate infondate e viziate da ragioni politiche. Non avrebbero mai dovuto essere arrestati e processati‘ – ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. ‘Il fatto che Fahmy e Mohamed rischino ora il carcere a seguito di due processi gravemente irregolari è una parodia della giustizia. La sentenza di oggi dev’essere immediatamente annullata. Consideriamo Fahmy e Mohamed prigionieri di coscienza, imprigionati solo per aver esercitato il loro diritto alla libertà d’espressione. Chiediamo che siano rilasciati senza alcuna condizione‘ – ha aggiunto Luther.

Amnesty International chiede inoltre alle autorità egiziane di accogliere la richiesta di Fahmy di essere espulso dall’Egitto verso il Canada.

Fahmy e Mohamed erano in libertà su cauzione dopo che la Corte di cassazione aveva annullato la precedente condanna a rispettivamente sette e 10 anni di carcere. Entrambi potranno presentare appello entro un mese alla Corte di cassazione. ‘La sentenza di oggi è solo la punta dell’iceberg. Le autorità egiziane hanno avviato un giro di vite nei confronti della stampa indipendente con l’obiettivo di ridurre al silenzio ogni forma di dissenso. Negli ultimi due anni, decine di giornalisti sono stati arrestati e oltre 20 di essi sono attualmente in carcere‘ – ha concluso Luther.

FINE DEL COMUNICATO                     Roma, 31agosto 2015

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