Archivio privato
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Enrico Lombardo, 42 anni, muore a Spadafora, in provincia di Messina, la notte del 27 ottobre 2019.
Stando agli atti giudiziari, quella sera Lombardo bussa alla porta della sua ex che, vedendolo nervoso, decide di cercare aiuto.
Arrivano sul posto i carabinieri, che provano a tranquillizzare Lombardo e chiamano un’ambulanza. Lui si allontana, ma dopo due ore ritorna e bussa nuovamente alla porta dell’ex compagna, che chiama di nuovo i carabinieri.
Questa volta inizia una colluttazione tra Lombardo e un carabiniere che, non riuscendosi a liberare, viene aiutato da un collega con l’ausilio del manganello in dotazione. Lombardo viene ammanettato, immobilizzato, messo a terra e per circa 20 minuti resterà bloccato da tre carabinieri.
Da quel fermo Lombardo non esce vivo. Per terra, accanto a lui, vistose macchie di sangue.
L’inchiesta aperta alla Procura di Messina vede indagati tre sanitari e un carabiniere: quello che ha immobilizzato l’uomo quella notte, indagato per morte come conseguenza di altro delitto, mentre al medico e a due soccorritori del 118 viene contestato l’omicidio colposo.
La Procura per due volte chiede l’archiviazione del caso e per altrettante volte i familiari si oppongono, evidenziando alcune lacune che puntavano a una ricostruzione dei fatti alternativa.
Le lesioni di Lombardo, secondo la famiglia e il suo legale, non potevano essere solo frutto di compressione e contenimento. Infatti, in entrambe le richieste di archiviazione viene chiesto l’esame di una traccia ematica sul manganello usato quella notte che però non è del carabiniere unico indagato. Inoltre, dall’esame autoptico, emergerebbe un ritardo nell’uso del defibrillatore che, se utilizzato nell’immediatezza, avrebbe potuto dare altro esito.
Il 27 luglio 2022 il giudice delle indagini preliminari dispone la seconda archiviazione ritenendo che non ci siano elementi per andare avanti. Il legale della famiglia Galeani – composta da Alessandra, ex partner, ed Erika, figlia di Enrico Lombardo – fa ricorso in Cassazione. Entrambe le donne chiedono verità e giustizia per Enrico Lombardo e Amnesty International Italia intende appoggiare la loro richiesta.
Il 26 giugno 2023 la Corte di Cassazione accoglie il ricorso della famiglia Galeani – Lombardo e dispone la trasmissione degli atti al Tribunale di Messina affinché fissi un’udienza per discutere il caso, come era stato chiesto dal legale della famiglia, Pietro Pollicino. Secondo la Corte, il procedimento non doveva essere archiviato con quelle modalità, in quanto doveva essere fissata, a seguito della seconda opposizione alla richiesta di archiviazione, un’altra udienza.
Il 27 ottobre 2023 il Tribunale di Messina ha dichiarato inammissibile il reclamo contro l’archiviazione delle indagini sulla morte di Enrico Lombardo, i familiari proseguono nella loro battaglia per ottenere verità e giustizia.
Alessandra Galeani, ex moglie di Lombardo, insieme alla figlia Erika Lombardo e all’avvocato Pietro Pollicino, hanno presentato una richiesta di revoca dell’ordinanza emessa dal giudice monocratico di Messina.