G20 di Amburgo: in attesa del processo, Fabio Vettorel sia rilasciato

9 Ottobre 2017

Tempo di lettura stimato: 4'

Il 7 luglio la polizia tedesca ha arrestato 16 cittadini italiani che stavano prendendo parte alle proteste contro il G20 di Amburgo. Sei di loro sono stati posti in detenzione preventiva insieme a persone di altre nazionalità. Due restano detenuti in attesa del processo, ai sensi dell’art. 112 del codice di procedura penale.

Uno di loro è Fabio Vettorel, 18 anni. È accusato di disturbo alla quiete pubblica (art. 126 del codice penale), tentativo di causare danni mediante mezzi pericolosi (art. 223 e 224) e resistenza a pubblico ufficiale.

Secondo il suo avvocato, finora le autorità tedesche non sono riuscite a produrre alcuna prova specifica sul coinvolgimento di Vettorel nelle azioni criminali di cui è accusato: la sua presunta condotta violenta sarebbe solo desunta dall’aver partecipato a proteste nel corso delle quali alcuni manifestanti avevano avuto un comportamento violento. L’inizio del processo è previsto il 17 ottobre.

Amnesty International ritiene che l’uso della detenzione preventiva in situazioni del genere debba essere limitato ai casi in cui sia strettamente necessario e debba essere preso in considerazione solo come misura estrema.

Secondo la Raccomandazione (2006)13 del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, il fatto che una persona sospettata di aver commesso un reato non sia cittadino o non abbia la residenza dello stato in cui è avvenuto il presunto reato non è un motivo sufficiente per stabilire che vi sia quel rischio di fuga che giustificherebbe la detenzione preventiva.

Inoltre, non pare che nel caso di Vettorel le autorità giudiziarie abbiano preso in considerazione misure alternative, quali ad esempio l’obbligo di residenza in Germania in attesa del processo, o forme di controllo in Italia con la cooperazione delle autorità di quest’ultimo paese, come prevede la Decisione quadro del Consiglio, del 23 ottobre 2009, sull’applicazione tra gli Stati membri dell’Unione europea del principio del reciproco riconoscimento alle decisioni sulle misure alternative alla detenzione cautelare.

In base alla Raccomandazione sopra citata, infine, nel decidere se imporre la detenzione preventiva le autorità giudiziarie dovrebbero tener conto di caratteristiche personali quali l’età, i legami sociali, la personalità ecc. Nel caso di Vettorel non risulta che questa valutazione sia stata fatta, in particolare per quanto riguarda la sua età.

Amnesty International chiede alle autorità della Germania di rilasciare Vettorel in attesa del processo a meno che non siano in grado di dimostrare che la sua detenzione preventiva è strettamente necessaria per evitare i rischi di fuga, di azioni dolose nei confronti di terzi o d’interferenza nelle prove o nelle indagini e che non vi siano altre misure per scongiurare tali rischi.

Più in generale, le autorità tedesche dovrebbero ricorrere alla detenzione preventiva solo quando strettamente necessario e considerandola come misura estrema e considerare diligentemente l’imposizione di misure alternative nei confronti degli altri cittadini stranieri posti in detenzione preventiva a seguito della partecipazione alle proteste contro il G20.