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Amnesty International Italia ha definito “illegale” il provvedimento che chiede alle persone richiedenti asilo di versare una garanzia finanziaria in alternativa alla detenzione in attesa dell’esame della loro domanda, per un periodo massimo di quattro settimane.
La disposizione è contenuta nel decreto interministeriale del 14 settembre, che prevede che, al fine di evitare il trattenimento, la persona richiedente asilo debba dimostrare la disponibilità di un alloggio adeguato sul territorio nazionale, della somma occorrente al rimpatrio e di mezzi di sussistenza minimi necessari.
Il decreto ha determinato in 4938 euro l’importo per la prestazione della garanzia finanziaria per l’anno 2023, da versare “in un’unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa”. Tale importo “è individuale e non può essere versata da terzi”.
“Si tratta di un provvedimento illegale. Non è pensabile che persone in fuga dal proprio paese possano disporre in Italia di un alloggio o di un conto in banca e quindi attivare una polizza fideiussoria. Subordinare la libertà delle persone richiedenti asilo a condizioni di fatto impraticabili configura una misura per porre coloro che arrivano in Italia automaticamente in detenzione. La detenzione automatica è arbitraria e vietata dal diritto internazionale”, ha commentato Alba Bonetti, presidente di Amnesty International Italia.
Amnesty International si oppone a ogni misura detentiva che ha il solo fine di affermare il controllo dei confini e/o come misura deterrente contro ingressi o soggiorni irregolari.
Il godimento della libertà personale deve rimanere la condizione predefinita di ogni individuo. Le persone richiedenti asilo, come chiunque altra, devono beneficiare di una presunzione legale di libertà. L’uso sistematico o automatico della detenzione legata alla migrazione è per definizione arbitraria. Gli Stati devono condurre valutazioni personalizzate di ciascuna persona richiedente asilo, tenendo conto delle circostanze individuali ed esigenze specifiche. Qualsiasi decisione che limiti il diritto alla libertà delle persone richiedenti asilo deve sempre basarsi su una valutazione dettagliata caso per caso delle circostanze personali, compresi fattori quali la storia individuale, l’età, lo stato di salute condizione e situazione familiare.
Qualsiasi privazione della libertà personale deve essere chiaramente prescritta dalla legge, rigorosamente giustificata da uno scopo legittimo, necessario, proporzionato e non discriminatorio.