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Il 5 giugno, facendo riferimento ai rischi per la sicurezza nazionale, il presidente Donald Trump ha annunciato di aver firmato un divieto di viaggio negli Usa da dodici stati: Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. A questi si aggiungono altri sette stati soggetti a restrizioni parziali: Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela.
Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, ha così commentato il provvedimento:
“Il nuovo divieto di viaggio del presidente Trump è discriminatorio, razzista e profondamente crudele. Prendendo di mira persone in base alla loro razza, religione o nazionalità, provenienti da stati la cui popolazione è prevalentemente nera, marrone e musulmana, questo divieto totale costituisce, ai sensi del diritto internazionale, discriminazione razziale. Inoltre, diffonde odio e disinformazione, rafforzando la narrazione che queste popolazioni sono più di altre inclini a porre minacce alla sicurezza o a prendere parte ad azioni violente.Questo provvedimento arbitrario viola, inoltre, il diritto di chiedere e ottenere asilo dalla persecuzione e gli obblighi internazionali degli Usa derivanti dal diritto internazionale e dalle leggi nazionali in materia di persone rifugiate. Il diritto di chiedere asilo negli Usa è già pressoché inesistente. Ora verranno inflitte terribili sofferenze a persone in fuga da guerre, violazioni dei diritti umani e altre situazioni di pericolo in cerca di riparo negli Usa.
Questo divieto di viaggio non è in alcun modo differente da quelli decisi dal presidente Trump nel suo primo mandato. Si basa sul razzismo e sulla xenofobia e non ha niente a che vedere con la sicurezza nazionale o quella di singole persone.
Andando a caccia di persone migranti, arrestandole per aver esercitato il diritto alla libertà d’espressione, separando famiglie, ordinando trasferimenti di massa e altro ancora, le azioni del presidente Trump hanno già messo a rischio la vita di decine di migliaia di persone residenti negli Usa. Ora questo divieto di viaggio è una reiterazione del continuo attacco del presidente Trump ai diritti delle persone migranti e di coloro che negli Usa cercano salvezza.
Le comunità prosperano quando i governi danno priorità alla sicurezza di tutte le persone, a prescindere dalla loro nazionalità, religione o razza. Amnesty International non cesserà mai di agire in favore di un mondo in cui ogni persona sarà trattata con dignità, in cui le persone migranti e in cerca di protezione saranno benvenute e riconosciute per il loro contributo alla società e in cui le comunità saranno unite.”