Amnesty International
Tempo di lettura stimato: 3'
Iraq, Amnesty International: “Un anno dopo l’inizio della battaglia di Mosul, centinaia di migliaia di civili pagano ancora le conseguenze”
In occasione del primo anniversario dell’inizio dell’offensiva delle forze irachene e della coalizione a guida Usa per strappare la città di Mosul al gruppo armato Stato islamico, il direttore delle campagne sul Medio Oriente di Amnesty International Saham Hadid ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“La battaglia di Mosul ha avuto conseguenze catastrofiche per gli abitanti della città. Intere famiglie sono state uccise durante i combattimenti e molti corpi sono ancora oggi sotto le macerie. Tutte le parti hanno mostrato di attribuire scarso valore alla vita umana. Chi è stato abbastanza fortunato da riuscire a scappare vive in condizioni insopportabili in campi improvvisati e con di fronte a sé un futuro incerto”.
“La comunità internazionale non deve dimenticare la gente di Mosul. Occorre urgentemente finanziare i programmi di assistenza umanitaria per aiutare oltre 800.000 persone che vivono in tende senza accesso adeguato a cure mediche, acqua e cibo”.
“Molti degli sfollati vivono nella paura. Le esecuzioni extragiudiziali da parte delle forze filo-governative sono in aumento, insieme a processi frettolosi e irregolari che terminano con esecuzioni e che si basano spesso su ‘confessioni’ estorte con la tortura. Sollecitiamo le autorità irachene ad assicurare che tutti i processi si svolgano nel rispetto degli standard internazionali e non prevedano il ricorso alla pena di morte”.
“Inoltre, è importante che il governo iracheno e la coalizione a guida Usa riconoscano che le loro operazioni militari a Mosul hanno comportato gravi perdite di vite umane. Gli abitanti di Mosul devono sapere che vi saranno giustizia e riparazione per le vittime e le loro famiglie. E il mondo deve vedere che la lezione della battaglia di Mosul è stata appresa e che i civili finiti in mezzo in altri conflitti saranno risparmiati da analoghe catastrofiche conseguenze”.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 16 ottobre 2017
Per interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio Stampa
Tel. 06 4490224 – cell. 348 6974361, e-mail: press@amnesty.it