Israele – Territori occupati palestinesi: la conferenza di Parigi cerchi di ottenere un immediato cessate il fuoco umanitario

8 Novembre 2023

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Amnesty International ha apprezzato la decisione del presidente francese Macron di ospitare una conferenza umanitaria internazionale con l’obiettivo di coordinare gli aiuti alla popolazione della Striscia di Gaza occupata, che continua a subire le conseguenze di una devastante operazione militare e la contemporanea intensificazione del blocco illegale israeliano, in vigore da 16 anni, che la sta privando di beni essenziali per la sopravvivenza, come acqua e carburante.

Gli stati hanno la responsabilità, tanto individuale quanto collettiva, di cooperare per fornire assistenza umanitaria in periodi di emergenza. Quelli che sono in grado di fornirla sono obbligati a farlo tramite la cooperazione e l’assistenza internazionale.

Amnesty International ha sollecitato gli organizzatori e i partecipanti alla conferenza di Parigi a spingere e insistere per un immediato ed effettivo cessate il fuoco umanitario e a esercitare tutta la pressione necessaria su Israele e su Hamas affinché aderiscano a tale appello.

Un cessate il fuoco, la fine del blocco e delle recenti aumentate restrizioni sono necessari per la fornitura di aiuti che abbiano un effettivo impatto sulla popolazione di Gaza.

Queste sono le richieste di Amnesty International alla conferenza di Parigi:

– il cessate il fuoco includa tutta la Striscia di Gaza e abbia durata sufficiente per alleviare in modo significativo la sofferenza della popolazione civile;

-il cessate il fuoco abbia come presupposto il movimento, libero e in condizioni di sicurezza, dei civili e del personale umanitario;

-tutte le parti in conflitto rispettino il carattere civile dell’assistenza umanitaria, non la ostacolino e impediscano che finisca altrove;

-il cessate il fuoco permetta il recupero e la sepoltura delle persone decedute, le cure mediche ai feriti, le riparazioni dei danni agli ospedali e alle cliniche e la consegna di forniture mediche essenziali, così come di altri generi di conforto da distribuire in condizioni di sicurezza e senza ostacoli in tutta la Striscia di Gaza;

-sia riconosciuto il diritto della popolazione di Gaza ad avere accesso alle forniture necessarie per sopravvivere: acqua potabile, cibo, generi non alimentari, prodotti specifici per le donne, medicine e carburante;

-gli aiuti siano completamente accessibili, con particolare riferimento ai bisogni dei giovani, dei feriti, degli ammalati, delle persone anziane, delle donne incinte e delle persone con disabilità:

– durante il cessate il fuoco sia fatto ogni sforzo per ottenere la liberazione degli ostaggi catturati il 7 ottobre e, nell’attesa che ciò avvenga, osservatori indipendenti li visitino immediatamente per accertarsi delle loro condizioni e facilitare le comunicazioni con le famiglie e, per quanto riguarda le persone di cittadinanza non israeliana o con doppia cittadinanza, con le autorità consolari;

-sia consentito pieno accesso alla Striscia di Gaza a osservatori indipendenti, tra i quali lo staff dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, la Commissione d’inchiesta su Israele e i Territori palestinesi occupati, la relatrice speciale Onu sui Territori palestinesi occupati, la Corte penale internazionale e le organizzazioni per i diritti umani come Amnesty International, allo scopo di condurre indagini sul posto, anche sugli attacchi indiscriminati e sproporzionali dal cielo e da terra e su altre violazioni del diritto internazionale umanitario da chiunque commesse.

Amnesty International ha inoltre chiesto ai partecipanti alla conferenza di Parigi e alle agenzie internazionali di:

-impegnarsi nella ripresa nel lungo termine di Gaza dopo la sua massiccia distruzione, attraverso la ricostruzione e il sostegno a coloro che hanno perso casa, lavoro e mezzi di sopravvivenza, in modo finanziariamente concreto e non limitandosi a dichiarazioni;

-riconoscere il diritto della popolazione di Gaza a tornare nelle case e nei luoghi dove viveva prima dei recenti attacchi israeliani e assicurare che i palestinesi possano tornare in ogni zona della Striscia di Gaza;

-mettere in agenda soluzioni politiche di lungo termine a questa crisi: ad esempio, affrontandone le cause di fondo tra le quali il blocco illegale e inumano di Gaza, che costituisce una punizione collettiva, e le altre forme su cui è strutturato il sistema di apartheid israeliani su tutti i palestinesi, che costituisce un crimine contro l’umanità.