“La mia famiglia era sotto shock”: i danni del “muslim ban”

12 Maggio 2017

© Marie-Anne Ventoura/Amnesty UK

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Il “muslim ban“, decreto esecutivo imposto da Trump, rischia di tornare in vigore dopo il blocco imposto dalla corte federale di Seattle. La sua revisione in corte d’appello è prevista per il 15 maggio.

Le violazioni del diritto internazionale e i danni causati alle persone colpite divieto di viaggio imposto dal presidente degli Stati Uniti nei pochi giorni durante i quali è già stato in vigore sono documentati dalla ricerca “La mia famiglia era sotto shock – I danni provocati dal decreto del presidente Trump sul divieto di viaggio negli Usa”.

Il documento, redatto insieme al CLEAR Project (Creating Law Enforcement Accountability & Responsibility) della Facoltà di Giurisprudenza della City University di New York, spiega come il divieto di viaggio imposto dal presidente Trump sia contrario al diritto internazionale dei diritti umani in quanto viola trattati che gli Usa sono obbligati a rispettare.

Basato su 30 interviste, il documento illustra i costi umani della misura intrisa di fanatismo anti-islamico voluta dall’amministrazione Trump: famiglie separate, progetti coltivati a lungo bruscamente interrotti, enorme sofferenza emotiva.

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I danni del “muslim ban” – Le testimonianze

Quando il primo decreto è entrato in vigore, gli studenti e gli avvocati del CLEAR Project hanno fornito assistenza legale a tantissimi migranti e rifugiati bloccati all’estero, lungo il viaggio verso gli Usa o all’interno degli aeroporti statunitensi. Il personale del CLEAR Project ha messo in contatto alcune di queste persone con Amnesty International e ha fornito informazioni e analisi sull’impatto del decreto.

Queste sono solo alcune delle testimonianze raccolte.


I danni del "muslim ban" - Le testimonianze

Muslim ban – Il possibile ritorno

Oltre a documentare gli effetti provocati dal primo decreto del presidente Trump, il documento di Amnesty International e CLEAR Project descrive la situazione delle persone ancora in attesa di ricevere il visto per entrare negli Usa, alcune delle quali subirebbero danni irreparabili se il giudizio d’appello riconoscesse la costituzionalità del secondo decreto.

La Corte degli appelli del IX Circuito esamina il secondo decreto lunedì 15 maggio; quattro giorni dopo è la volta della Corte degli appelli del IV Circuito in un giudizio distinto. Insieme a un gruppo di docenti di giurisprudenza e ad alcune organizzazioni non governative, Amnesty International ha presentato un “amicus curiae” a entrambe le corti.

Muslim ban – Le dichiarazioni

“Il decreto del presidente Trump ha separato famiglie e trasmesso un messaggio di fanatismo e intolleranza. Questo divieto dannoso e discriminatorio necessita del più rigoroso esame giudiziario”, ha dichiarato in una nota ufficiale Joanne Mariner, Alta consulente per la risposta alle crisi di Amnesty International.

“Quel decreto è stato un palese tentativo di trasformare in legge la discriminazione contro i musulmani. I tribunali continuano a pronunciarsi contro ma è il Congresso ad avere il potere di bloccarlo per sempre emanando una legge che lo annulli. Le persone e le famiglie che vivono nel caos e nell’incertezza non possono attendere”, ha commentato Margaret Huang, direttrice generale di Amnesty International Usa.

“Se gli verrà consentito di entrare in vigore, il decreto sul divieto di viaggio infliggerà terribile sofferenza ad alcune tra le persone più vulnerabili del mondo. Finora, le corti hanno fatto benissimo a bloccare questa politica vergognosa”, ha concluso Mariner.