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Il 18 maggio il cadavere mutilato di Marco Aurelio Avila García, un famoso giornalista di cronaca nera, è stato ritrovato in una busta della spazzatura ai bordi di una strada dello stato di Sonora, nel Messico nordoccidentale. Il giorno prima era stato rapito in un autolavaggio di Ciudad Obregón, la città dove viveva e in cui lavorava per due quotidiani. Secondo un portavoce della Procura dello stato di Sonora, accanto al suo corpo è stato rinvenuto un messaggio firmato dalla criminalità organizzata, il cui contenuto non è stato però reso pubblico.
Il 13 maggio, nel bagagliaio di un’automobile a Cuernavaca, a sud di Ciudad de México, era stato rinvenuto il cadavere di René Orta Salgado, che aveva lasciato da cinque mesi il quotidiano ‘El Sol’.
Il 3 maggio, altri tre cadaveri mutilati erano stati rinvenuti a Boca del Rio, nello stato orientale di Veracruz. Si trattava, come era emerso, di Guillermo Luna, Gabriel Huge ed Esteben Rodríguez, tre fotografi specializzati nelle inchieste sui reati della polizia e della criminalità organizzata. I loro nomi erano contenuti in una ‘lista nera’ messa in giro da un gruppo criminale. Coi loro, era stato ritrovato il corpo di Irasema Becerra, segretaria amministrativa in un quotidiano e fidanzata di Luna.
Il 28 aprile a Xalapa, sempre nello stato di Veracruz, era stata assassinata Regina Martinez, corrispondente del settimanale Proceso specializzata in cronaca nera e corruzione politica.
‘Questa nuova ondata di omicidi di giornalisti dev’essere un campanello d’allarme per le autorità messicane, che devono fare di più per proteggere chi rischia la vita nello svolgimento della propria attività giornalistica‘ – ha dichiarato Rupert Knox, ricercatore di Amnesty International sul Messico.
Secondo la Commissione nazionale sui diritti umani, dal 2000 in Messico 81 giornalisti sono stati uccisi e altri 14 risultano scomparsi. Tra i quotidiani che hanno deciso di non occuparsi più di criminalità organizzata, il più recente è El Mañana, la cui redazione è stata colpita da una sventagliata di pallottole all’inizio di maggio.
‘Il fatto che raramente le autorità identifichino e portino di fronte alla giustizia i responsabili di questi attacchi ha creato un clima di paura e vulnerabilità tra quei coraggiosi giornalisti che vogliono continuare a lavorare. Le autorità devono avviare indagini approfondite e imparziali, servendosi anche dei poteri previsti dalla nuova Legge federale per la protezione dei difensori dei diritti umani e dei giornalisti e garantire che gli assassini siano processati‘ – ha aggiunto Knox.
Il contesto nel quale i giornalisti vengono uccisi è quello della lotta del governo contro la criminalità organizzata, che ha causato oltre 50.000 morti negli ultimi cinque anni.