Mondiali 2010: preoccupazioni sui diritti umani in Sudafrica

22 Giugno 2010

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Mondiali di calcio 2010: preoccupazioni di Amnesty International sui diritti umani in Sudafrica

(10 giugno 2010)

Violazioni dei diritti umani nel periodo che ha preceduto i Mondiali di calcio

Vi è stato un incremento delle operazioni di polizia nei confronti di venditori ambulanti, cittadini sudafricani senza fissa dimora, rifugiati e migranti che vivono in insediamenti informali o in quartieri poveri ad alta densità abitativa. La polizia si è resa responsabile di irruzioni, arresti arbitrari, maltrattamenti, estorsioni e distruzioni di insediamenti informali. Queste ultime sono state effettuate senza preavviso, predisposizione di un alloggio alternativo adeguato e risarcimento, in violazione delle leggi nazionali che proibiscono gli sgomberi forzati.
 
I regolamenti istituiti per soddisfare i requisiti richiesti dalla Fifa nelle città sedi dei Mondiali di calcio vengono usati dalla polizia per espellere persone senza fissa dimora e venditori ambulanti dai ‘siti ad accesso controllato’ e dalle zone di esclusione intorno agli impianti sportivi. Le sanzioni per violazione dei regolamenti prevedono fino a 10.000 rand (circa 1100 euro) di multa o fino a sei mesi di carcere.
 
A maggio i venditori ambulanti hanno dato vita a una protesta di fronte al centro operativo locale della Fifa di Soweto, chiedendo la fine degli sgomberi forzati e la possibilità di continuare a guadagnarsi da vivere svolgendo i loro commerci nei pressi degli stadi di calcio. Altrove, si sono verificati scontri violenti tra commercianti e agenti di polizia, che hanno sequestrato la merce in vendita per ripulire le strade in vista dei Mondiali di calcio.

Violenza xenofoba

Nei primi cinque mesi del 2010 sono stati registrati almeno 11 casi, in cinque province, di attacchi violenti e saccheggi di negozi, soprattutto ai danni di cittadini somali ed etiopi. Questi violenze sono spesso avvenute nel contesto di proteste delle comunità locali contro la corruzione e la mancata fornitura di servizi fondamentali nei quartieri poveri. I migranti e i rifugiati, percepiti come competitori nel campo del lavoro, dell’alloggio e delle opportunità economiche, vengono in questo modo presi di mira nelle proteste. Ad alimentare la violenza è anche un’attitudine xenofoba, che sembra spiegare perché la polizia locale non intervenga rapidamente o, in casi specifici, si sia mostrata connivente con gli aggressori. L’accesso alla giustizia e ai risarcimenti per le vittime è molto difficile.
 
All’inizio di giugno organismi della società civile sudafricana, Amnesty International e altri soggetti hanno chiesto al governo di prestare urgente attenzione al rischio di possibili violenze xenofobe su larga scala, comprese le minacce fatte ai migranti e ai rifugiati che ‘dopo i Mondiali di calcio’ se ne sarebbero dovuti andare dai loro insediamenti o dal paese.
 
Il 2 giugno, rispondendo a questo appello, il governo ha annunciato l’istituzione di un comitato interministeriale sugli atti di violenza e le minacce contro i cittadini stranieri e ha promesso un’azione rapida delle forze dell’ordine contro ogni persona che incitasse alla violenza o vi prendesse parte. Amnesty International ha apprezzato questo gesto.

Crimine violento e operazioni di polizia

Le forze di polizia hanno pianificato una serie di misure per la protezione dei tifosi e degli spettatori che si recheranno negli stadi e in altri luoghi di raduno. Amnesty International nutre diverse preoccupazioni riguardo a tali misure.
 
In primo luogo, le enormi risorse che sono state investite (in larga parte per soddisfare i requisiti della Fifa) per l’organizzazione dei Mondiali di calcio, avranno conseguenze sull’incolumità e la sicurezza dei cittadini sudafricani, soprattutto di coloro che vivono nei quartieri più poveri dove la prevenzione del crimine e l’efficacia delle operazioni di polizia costituiscono già ora una seria sfida. I rifugiati e i migranti, che già non ottengono una protezione adeguata dagli attacchi xenofobi, potranno essere ancora più vulnerabili.
 
In secondo luogo, la priorità accordata alla protezione dei visitatori può spingere la polizia a un abuso della forza letale contro presunti criminali, in modo non conforme agli standard del diritto internazionale. I piani predisposti per contrastare, in caso di necessità, l”estremismo locale’ e le ‘proteste’ non dovrebbero dar luogo a un uso eccessivo della forza o violare il diritto dei manifestanti a radunarsi in modo pacifico.
 
Nel 2009, Amnesty International e altri organismi hanno documentato un aumento dei casi di tortura di sospetti criminali nel corso delle indagini, di uso della forza eccessiva contro i manifestanti e delle morti a seguito di abuso della forza letale. Nella provincia del KwaZulu-Natal, negli ultimi due anni, i casi di persone uccise a colpi di arma da fuoco dalla polizia sono aumentati del 47 per cento.

Spese per i Mondiali di calcio

Il Sudafrica sta affrontando complesse sfide socio-economiche e il governo è impegnato a contrastare tassi costantemente alti di disoccupazione, la grave ineguaglianza e il problema della fornitura dei servizi fondamentali alle comunità povere delle città e delle campagne.
 
Amnesty International non si esprime sulle spese effettuate dai governi per organizzare grandi eventi sportivi. La preparazione dei Mondiali di calcio ha creato alcune opportunità temporanee d’impiego e il miglioramento delle infrastrutture dei trasporti pubblici potrà arrecare benefici nel più lungo termine.
 
Tuttavia, le proteste delle comunità povere continuano a denunciare che la maggioranza dei cittadini sudafricani è tuttora esclusa dai benefici derivanti dall’organizzazione dei Mondiali di calcio. 
 
I requisiti stabiliti dalla normativa della Fifa, che prevedono ampie zone di esclusione in cui non sono consentite attività economiche informali, sono visti come particolarmente dannosi nel contesto di un paese in cui ampia parte della popolazione basa la propria sopravvivenza sui proventi dell’economia informale.
 
Uno dei principali obiettivi della campagna di Amnesty International sul Sudafrica è un accesso maggiore e non discriminatorio ai servizi sanitari per l’Hiv, riguardanti prevenzione, trattamento e cure, specialmente per le donne nelle zone rurali interne.
 
Sebbene il governo abbia recentemente lanciato una nuova iniziativa per combattere l’epidemia dell’Hiv, c’è bisogno della stessa determinazione mostrata nella preparazione dei Mondiali di calcio per superare le difficoltà relative ai trasporti e tutti gli altri ostacoli che si frappongono al diritto alla salute per le donne nelle zone rurali, colpite in modo sproporzionato dall’epidemia.

Amnesty International chiede al governo del Sudafrica di:

porre fine agli arresti arbitrari e alle altre violazioni dei diritti umani collegate alla legislazione locale e ai regolamenti derivanti dalle norme Fifa, ai danni dei cittadini sudafricani poveri, in particolare i venditori ambulanti, e dei migranti;
avviare un’indagine esauriente e indipendente sulle denunce di violazioni dei diritti umani ad opera della polizia e delle autorità di governo locali e assicurare l’accesso alla giustizia e ai risarcimenti alle persone colpite;
assicurare che l’uso della forza da parte della polizia a scopo di mantenimento dell’ordine pubblico sarà sempre proporzionato e in linea con gli standard internazionali sui diritti umani;
garantire la rapida applicazione di meccanismi efficaci di prevenzione e di risposta alle emergenze così come di misure adeguate per combattere l’impunità per i crimini commessi contro i rifugiati e altre persone che necessitano di protezione internazionale;
accrescere gli sforzi per contrastare le violazioni dei diritti delle donne all’uguaglianza e alla dignità, che costituiscono elementi fondamentali dei programmi di prevenzione e di trattamento dell’Hiv.

Schede del Rapporto annuale 2010 relative ai paesi che partecipano ai mondiali di calcio 2010

Algeria                    
Argentina
Australia
Brasile   
Camerun           
Cile                       
Corea del Nord               
Corea del Sud  
Costa d’Avorio
Danimarca        
Francia            
Germania          
Ghana                 
Giappone          
Grecia                 
Honduras          
Italia                    
Messico            
Nigeria                
Nuova Zelanda
Paesi Bassi        
Paraguay           
Portogallo         
Regno Unito     
Serbia                 
Slovacchia         
Slovenia             
Spagna               
Stati Uniti          
Sudafrica           
Svizzera              
Uruguay             

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