Olimpiadi 2008: atleti ‘viaggiatori consapevoli’

16 Luglio 2008

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Campagna ‘Pechino 2008: Olimpiadi e diritti umani in Cina’ la Sezione Italiana di Amnesty International presenta la ‘Guida per l’atleta informato’ e la mappa di Pechino

CS98-2008: 17/07/2008

Grazie alla collaborazione della Commissione nazionale atleti del Coni, la Sezione Italiana di Amnesty International ha inviato a tutti gli atleti italiani che prenderanno parte alle prossime Olimpiadi la ‘Guida per l’atleta informato’, una brochure che contiene informazioni culturali, storiche e turistiche sulla Cina ma che fornisce anche un quadro esauriente delle violazioni dei diritti umani che si verificano nel paese.

Insieme alla Guida, gli atleti stanno ricevendo anche una mappa di Pechino con l’indicazione delle principali attrazioni turistiche, ma anche dei luoghi-simbolo delle violazioni dei diritti umani, dalla Corte suprema del popolo alla piazza Tiananmen.

Riteniamo opportuno che gli atleti in partenza per Pechino siano ‘viaggiatori consapevoli’ e conoscano il paese in cui si stanno recando per prendere parte alle Olimpiadi sotto ogni punto di vista‘ – ha dichiarato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International, nel corso di un incontro con la stampa svoltosi questa mattina presso la sede dell’associazione.

Vogliamo che gli atleti sappiano che la Cina presenta ancora oggi gravi problemi nel campo dei diritti umani e che la promessa di migliorare la situazione dei diritti umani in cambio dell’assegnazione dei Giochi olimpici di quest’anno, fatta nel 2001 dal Comitato promotore di Pechino 2008 di fronte al Comitato olimpico internazionale, è rimasta largamente disattesa‘ – ha precisato Pobbiati.

Fin qui, i cambiamenti reali sono stati minimi e anche quelli potenzialmente più importanti, come il ripristino del potere di revisione delle condanne a morte da parte della Corte suprema del popolo, sono scarsamente verificabili a causa della segretezza che circonda l’applicazione della pena capitale. Di contro, abbiamo registrato una nuova grave escalation delle violazioni dei diritti umani in Tibet e nei confronti dei difensori dei diritti umani, soprattutto a Pechino. Ma c’è ancora tempo per far sì che le Olimpiadi di Pechino siano ricordate non solo per le prestazioni sportive ma anche per riforme e miglioramenti sostanziali‘ – ha proseguito Pobbiati.

Amnesty International chiede alla Cina di cogliere l’opportunità dei Giochi olimpici per attuare cinque raccomandazioni, condivise da tante persone in Cina e nel resto del mondo, prima che le Olimpiadi abbiano inizio: rilasciare tutti i prigionieri di coscienza; impedire alla polizia di arrestare arbitrariamente persone che danno vita a petizioni, attivisti per i diritti umani e ogni altra persona nell’ambito della ‘pulizia’ pre-olimpica; pubblicare statistiche nazionali complete sull’applicazione della pena di morte, impegnarsi nella riduzione del numero di reati e introdurre una moratoria sulle esecuzioni; consentire completo accesso e piena libertà di stampa ai giornalisti cinesi e stranieri, in tutto il territorio cinese; fornire informazioni su tutte le persone uccise o arrestate a seguito delle proteste di marzo in Tibet‘ – ha spiegato Pobbiati.

La campagna della Sezione Italiana di Amnesty International, ‘Pechino 2008: Olimpiadi e diritti umani in Cina’, lanciata nel novembre 2007, ha visto i Gruppi locali dell’associazione impegnati in centinaia di iniziative, nel corso delle quali sono state raccolte decine di migliaia di firme, foto-adesioni e video-adesioni, che verranno consegnate all’Ambasciata della Repubblica popolare cinese in Italia.

Nel corso dell’incontro-stampa è intervenuto anche Aldo Forbice, giornalista, scrittore e conduttore di ‘Zapping’, il programma radiofonico che ha promosso una campagna per il rispetto dei diritti umani in Cina, che ha ottenuto a sua volta decine di migliaia di adesioni.

FINE DEL COMUNICATO                                                  Roma, 17 luglio 2008

Per approfondimenti e interviste:
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Campagna ‘Pechino 2008: Olimpiadi e diritti umani in Cina’