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“Patrick Zaki è arrivato al diciottesimo mese di detenzione illegale, arbitraria, senza processo e senza possibilità di difendersi” e la mobilitazione continua. Lo ricorda all’Ansa Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
Oggi, 7 agosto, è trascorso un anno e mezzo da quando lo studente egiziano dell’Università di Bologna è stato arrestato in Egitto con accuse tra l’altro di terrorismo, istigazione alla violenza, basate su post social da un account che i legali non ritengono sia il suo.
“Per la nostra campagna questo anno e mezzo è trascorso veloce, ricco di mobilitazioni e di iniziative che hanno cercato di tenere alta l’attenzione sulla situazione dello studente egiziano dell’Università di Bologna. Ma per Patrick, chiuso nella sua cella della prigione di Tora, è stato un tempo lentissimo, pieno di angoscia, di dolore fisico, di sofferenza mentale. Continuiamo a rivolgere appelli alle autorità egiziane affinché sia scarcerato, perché non vi è alcun motivo, se non una inaccettabile persecuzione politica nei confronti di un brillante difensore dei diritti umani, per tenerlo in prigione. Continuiamo a sollecitare il Governo italiano ad abbandonare la sua inconcludente strategia basata su ‘silenzio, cautela e dialogo’ e ad assumere iniziative concrete, come peraltro chiesto anche dal Parlamento, per favorire la scarcerazione di Patrick” – ha continuato Riccardo Noury.