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Il 24 novembre il parlamento polacco esaminerà due emendamenti alla Legge sul Consiglio nazionale della magistratura e sulla Corte suprema che minacciano l’indipendenza dei giudici.
Così come a luglio, quando in occasione della prima discussione degli emendamenti migliaia di persone manifestarono in oltre 50 città, sono previste anche in questa occasione proteste di massa.
Le proteste vennero affrontate con dure misure di sicurezza e decine di manifestanti sono ancora sotto processo. Esse ottennero tuttavia il risultato di spingere il presidente Andrzej Duda a bloccare i due emendamenti.
Nonostante alcune modifiche, i due emendamenti presentano ancora motivi di preoccupazione.
Il primo abbassa l’età del ritiro dei giudici della Corte suprema da 70 a 65 anni. Se approvato, costringerebbe al ritiro – o quanto meno a una valutazione caso per caso – la maggior parte degli attuali componenti, rendendo possibile attraverso la nomina di nuovi membri il controllo governativo sul massimo organo giudiziario.
L’altro emendamento prevede che i membri del Consiglio nazionale della magistratura, organismo finora regolato da meccanismi elettivi interni, verrebbero votati dal parlamento.
Ventotto organizzazioni, tra cui Amnesty International Polonia, hanno lanciato un appello ai parlamentari e al presidente Duda affinché non sostengano emendamenti che metterebbero a rischio l’indipendenza della magistratura.
Amnesty International monitorerà con propri osservatori l’andamento delle proteste e il comportamento delle forze di sicurezza.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 23 novembre 2017
Il capitolo relativo alla Polonia tratto dal Rapporto 2016-2017 è online all’indirizzo:
https://www.amnesty.it/rapporti-annuali/rapporto-annuale-2016-2017/europa/polonia/
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