Saleh Al-Obeidi/AFP/Getty Images
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La discussione di due risoluzioni sul conflitto in Yemen, ferme da ben cinque mesi in Commissione Esteri della Camera dei Deputati, calendarizzata per l’ennesima volta la settimana scorsa e poi spostata a ieri, è stata nuovamente rinviata.
La società civile: siamo increduli di fronte a tanta inerzia, non è più accettabile, occorre fermare subito le bombe e dare inizio a un ruolo positivo e pro-attivo da parte dell’Italia.
Ieri (3 Aprile) la Commissione Esteri della Camera avrebbe dovuto finalmente discutere, e auspicabilmente votare, due risoluzioni presentate già da diversi mesi, riguardanti la situazione del conflitto in Yemen. Pochi giorni fa, in occasione del quarto anniversario dall’inizio delle ostilità, molti parlamentari hanno speso parole accorate e preso solenni impegni per fermare quella che è stata definita la più grave crisi umanitaria in corso, quindi ci aspettavamo passi avanti significativi che, ancora una volta, non ci sono stati.
Il conflitto in questi anni ha avuto impatti devastanti sulla popolazione civile yemenita. Decine di migliaia di vittime, tra cui tantissimi bambini, continue violazioni di diritti umani, crimini di guerra accertati da esperti internazionali, bombardamenti di ospedali (di pochi giorni fa l’ultimo) e strutture sanitarie al collasso, difficoltà di accesso ad acqua potabile, e l’epidemia di colera come conseguenza di tutto ciò.
Sin dall’inizio del conflitto molte Organizzazioni della società civile italiana hanno sottolineato la propria preoccupazione non solo per la sua evoluzione e le drammatiche conseguenze sulla popolazione civile, ma anche sulla fornitura di armi di produzione italiana ad alcune delle parti coinvolte nei combattimenti.
Oggi, alla luce del continuo ingiustificato, e oramai ingiustificabile, rinvio del dibattito alla Camera dei Deputati, le nostre Organizzazioni chiedono ancora una volta, e con rinnovato vigore, che il Parlamento ed il Governo si impegnino affinché il nostro Paese assuma un ruolo attivo di facilitazione della fine del conflitto e non contribuisca invece alla sua continuazione con forniture militari. Mentre molti altri Paesi hanno deciso di sospendere l’invio di armamenti (Germania, Paesi Bassi, Belgio, Norvegia, Finlandia tra tutti) l’Italia non può limitarsi ad osservare passivamente l’impatto del conflitto su centinaia di migliaia di civili yemeniti, ma deve al contrario fare scelte forti e concrete.
Le nostre Organizzazioni fanno dunque nuovamente appello ai parlamentari affinché prendano rapidamente una posizione netta ed esplicita per impegnare il Governo italiano a:
Amnesty International Italia – Fondazione Finanza Etica – Movimento dei Focolari Italia – Oxfam Italia – Rete della Pace – Rete Italiana per il Disarmo – Save the Children Italia