Sudan, quasi 200 morti: le parti in conflitto devono garantire la protezione dei civili

18 Aprile 2023

Tempo di lettura stimato: 3'

A seguito del conflitto armato scoppiato la mattina del 15 aprile tra le Forze armate sudanesi (Fsa) e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Fsr), il direttore regionale di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale Tigere Chagutah ha dichiarato:

“L’uso di armi pesanti tra cui artiglieria, carri armati e aerei militari nelle aree densamente popolate della capitale Khartoum ha causato numerose morti civili e la distruzione massiccia di abitazioni. I civili si trovano in mezzo al conflitto e stanno soffrendo. Le parti coinvolte devono cessare immediatamente l’uso di armi esplosive in prossimità di concentrazioni di civili”.

“I partner regionali e internazionali del Sudan, tra cui l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo, l’Unione africana e le Nazioni Unite, devono invitare pubblicamente le parti in conflitto a rispettare il diritto umanitario internazionale e a proteggere i civili. Entrambe le parti devono fermare immediatamente i loro attacchi indiscriminati”.

“Amnesty International esorta inoltre il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a tenere una riunione di emergenza sulla situazione in Sudan e invita pubblicamente Fsa e Fsr a dare priorità alla protezione dei civili”.

“Infine, le autorità sudanesi e tutte le parti in conflitto devono garantire accesso immediato, illimitato e continuativo alle organizzazioni umanitarie, affinché possano monitorare e valutare i bisogni dei civili e fornire loro assistenza”.

 

Ulteriori informazioni

I combattimenti in Sudan arrivano dopo settimane di tensioni tra Fsa e Fsr sulla riforma delle forze di sicurezza nel contesto dei negoziati per un nuovo governo di transizione. Fsa e Fsr avevano rovesciato il governo di transizione del Sudan nell’ottobre 2021.

Oltre ai tantissimi civili, sono stati uccisi tre dipendenti del Programma alimentare mondiale (Pam) che erano in servizio nel Darfur settentrionale. Nell’attacco, avvenuto il 15 aprile, sono rimasti feriti altri due operatori del Pam.