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Il 21 febbraio il tribunale di Berna-Mittelland, in Svizzera, ha assolto tre imputati dalle accuse di diffamazione penale in relazione a un rapporto, pubblicato nel 2020 dalle Ong Public Eye e TRIAL, che sosteneva che il gruppo di commercio e raffinazione di petrolio Kolmar Group AG (Kolmar) potesse aver violato il diritto internazionale acquistando petrolio libico di contrabbando.
Mark Dummett, capo del programma Imprese e diritti umani di Amnesty International, ha dichiarato:
“La decisione del tribunale di assolvere gli autori del rapporto, che stavano esercitando il loro diritto di esaminare le attività di una multinazionale, contribuisce a proteggere il diritto alla libertà di espressione e il lavoro dei difensori dei diritti umani che cercano di chiamare le aziende a rispondere delle loro azioni.
“Amnesty International è tra le oltre 20 organizzazioni non governative preoccupate dall’effetto intimidatorio che casi come questo, promossi da potenti multinazionali, stanno avendo sulla capacità delle organizzazioni della società civile, dei giornalisti e dei difensori dei diritti umani di indagare sul comportamento delle aziende. Queste organizzazioni si sono unite nell’accogliere positivamente questa assoluzione.
La presentazione di denunce penali e civili da parte della Kolmar contro gli autori e gli editori del rapporto porta i tratti distintivi di un contenzioso strategico contro la partecipazione pubblica (Slapp, Strategic litigation against public participation), con cui le aziende cercano di sfruttare il loro potere e la loro ricchezza sproporzionati per intimidire e silenziare voci critiche. La causa civile, ancora attiva, rappresenta una minaccia per l’esistenza stessa delle ong Public Eye e TRIAL International.
A seguito della sentenza odierna, la Kolmar dovrebbe rispettare la sua responsabilità di tutelare i diritti umani e astenersi dal continuare a ostacolare il diritto alla libertà di espressione dei difensori dei diritti umani, evitando di presentare appello e abbandonando la causa civile.
Le autorità svizzere dovrebbero adottare tutte le misure necessarie per garantire che alle aziende non sia consentito utilizzare le leggi del paese per ridurre al silenzio e intimidire i difensori dei diritti umani. Come primo passo, dovrebbero prontamente attuare riforme per assicurare che la diffamazione non sia più considerata un reato penale. La Svizzera dovrebbe anche istituire un quadro legale completo per fornire garanzie contro le Slapp nelle azioni civili, compresa l’istituzione di una procedura di respingimento anticipato.”
Il rapporto pubblicato dalle due Ong sosteneva che la Kolmar potesse aver violato il diritto internazionale acquistando carburante proveniente da una rete di intermediari accusati di contrabbando di idrocarburi dalla raffineria di Zawiya, durante la guerra civile in Libia.
La Kolmar ha negato di essere a conoscenza di qualsiasi attività illegale legata all’approvvigionamento di carburante dalla Libia. Una causa civile per diffamazione intentata dalla Kolmar contro gli editori e gli autori, con richiesta di risarcimento di 1,8 milioni di dollari, è ancora in corso.