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L’ostruzionismo a cui stiamo assistendo in questi giorni sullo Ius Scholae è uno spettacolo indecoroso che gioca con la vita di centinaia di migliaia di cittadini italiani di fatto, ma non per legge.
L’Italia ha bisogno urgente di una riforma della legge 91/92 che regoli l’accesso alla cittadinanza per chi, straniero, è nato in Italia o vi è arrivato entro il dodicesimo anno di età. Tenere nell’incertezza del loro futuro migliaia di giovani danneggia loro stessi, ma anche tutto il paese. Comporta costi burocratici alti per gestire le pratiche di rinnovo dei permessi di soggiorno. Incrementa la fuga di migliaia di giovani, tutte quelle ragazze e quei ragazzi che crescono e si formano nelle scuole italiane e che, proprio a causa dell’incertezza sul loro futuro, preferiscono andare a lavorare all’estero dove, non solo a livello di trattamento professionale, ma anche per le leggi sulla cittadinanza, possono diventare a pieno titolo cittadini di quei Paesi in meno tempo e con meno ostacoli, contribuendone alla crescita.
Che il tempo per l’approvazione della nuova proposta di riforma attualmente in discussione alla Commissione Affari costituzionali della Camera fosse poco lo si sapeva dal principio. Le esperienze passate ci hanno insegnato che approvare una riforma di questo tipo – seppur parziale – in pochi mesi è difficile. Quello che vorremmo è però che a decidere su questa legge non fossero “manovre di disturbo”, ma un voto di cui ciascuno si possa assumere le proprie responsabilità, evitando di nasconderle sotto il tappeto delle tecniche parlamentari.
Per questo chiediamo che si proceda speditamente con l’esame e la votazione degli emendamenti, e che la discussione del testo sia calendarizzata in aula alla Camera il prima possibile. Ricordiamo che la calendarizzazione in aula è possibile anche in caso di ostruzionismo in Commissione se le forze politiche che sostengono la riforma esprimono una volontà politica comune a sostegno di un aggiornamento della calendarizzazione. Il destino della riforma è, a questo punto, nelle loro mani; lasciarla naufragare significherebbe deludere, ancora una volta, le aspettative di centinaia di migliaia di giovani e di quella parte del paese che si riconosce in questa battaglia.
Movimento Italiani senza cittadinanza, CoNNGI, ACLI, Amnesty International Italia, ARCI, Cantiere Casa Comune, Caritas Italiana, CGIL, CILD, Cittadinanzattiva, Comunità di Sant’Egidio, Cospe, Lunaria, Rete Studenti Medi, Save The Children, Udu, organizzazioni che compongono il Tavolo Cittadinanza.