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Il 14 ottobre 2025 i Servizi federali di sicurezza russi hanno annunciato l’avvio di indagini contro 23 persone all’estero, in buona parte appartenenti al Comitato contro la guerra, una coalizione costituitasi all’estero nel 2022 dopo l’invasione su vasta scala dell’Ucraina e iscritta all’inizio del 2024 nell’elenco delle “organizzazioni indesiderabili”, di cui fa parte la stessa Amnesty International.
La maggior parte sono “persone non identificate”, il che vuol dire che l’elenco potrebbe allungarsi. Tra quelle menzionate figurano Mikhail Khodorkovsky, Vladimir Kara-Murza, Anastasia Shevchenko e l’ex primo ministro Mikhail Kosyanov.
Le accuse sono “tentativo di prendere il potere con la forza” e “organizzazione di una comunità terrorista”, ai sensi degli articoli 278 e 205.4 del codice penale.
Nei confronti di Mikhail Khodorkovsky è stata avviata anche una seconda indagine per “aver chiesto pubblicamente di compiere azioni di terrorismo”, secondo quanto previsto dall’articolo 205.2 del codice penale.
Secondo Amnesty International, definire “terrorista” chi prende posizione contro la guerra russa in Ucraina significa semplicemente capovolgere la realtà e rischia di causare l’interruzione delle relazioni tra chi dall’esilio e chi in Russia lotta per lo stesso obiettivo.
D’ora in poi, chiunque in Russia resterà in contatto col Comitato rischierà perquisizioni, incriminazioni e lunghe condanne.