Ungheria: la persecuzione delle persone Lgbtqia+

26 Giugno 2025

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Dal 2010, in Ungheria, i diritti e le libertà della comunità Lgbtqia+ sono stati progressivamente erosi da una serie di leggi e azioni governative restrittive. Con l’ascesa al potere della coalizione FideszKdnp è stata introdotta una nuova costituzione, la legge fondamentale, che dal 2012 sancisce una visione della famiglia profondamente esclusiva.

L’articolo L della legge fondamentale definisce il matrimonio unicamente come “l’unione di un uomo e una donna stabilita da una decisione volontaria” e dichiara la famiglia come “base della sopravvivenza della nazione”. Questa formulazione istituzionalizza la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, escludendo ogni riconoscimento per le famiglie Lgbtqia+.

Nel 2020, ulteriori restrizioni hanno colpito in modo drammatico le persone trans e intersessuali con la modifica alla legge anagrafica: è diventato impossibile il riconoscimento legale del genere. Contestualmente, il ministro della Giustizia ha inserito nel testo costituzionale la frase “La madre è una donna, il padre è un uomo”, rafforzando una narrazione binaria e discriminatoria.

Uno dei provvedimenti più controversi è la cosiddetta legge sulla propaganda, che dal 2021 vieta la rappresentazione pubblica delle identità Lgbtqia+ in educazione, media e pubblicità, con l’obiettivo dichiarato di proteggere i minori da presunti contenuti nocivi. Il linguaggio volutamente ambiguo ha di fatto portato a una censura capillare di libri, film e materiali formativi, privando così la società di informazioni essenziali e marginalizzando ulteriormente le persone della comunità.

Il clima repressivo è peggiorato con la legge anti-Pride, entrata in vigore il 15 aprile 2025, che introduce severe sanzioni per chi organizza o partecipa alle manifestazioni Pride, aumentando anche i poteri di controllo delle autorità. Alla vigilia del 30° anniversario del Budapest Pride, tutto il movimento si è unito alla Sezione Ungherese di Amnesty International per chiedere di non riportare il paese indietro di tre decenni.

Queste misure restrittive alimentano isolamento, discriminazioni crescenti e un’impennata della violenza contro la comunità Lgbtqia+ in Ungheria. Di fronte a questo scenario, è urgente che la comunità internazionale continui a denunciare e sostenere la lotta per i diritti umani di tutte le persone, indipendentemente da orientamento sessuale e identità di
genere.

A cura di Ilaria Masinara, responsabile campagne

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