10 ottobre: Giornata mondiale contro la pena di morte

8 Ottobre 2009

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10 ottobre, Giornata mondiale contro la pena di morte: Amnesty International porta il tema dell’abolizione della pena capitale nelle scuole

CS126: 09/10/2009

 La settima edizione della Giornata mondiale contro la pena di morte, che si celebra in tutto il mondo sabato 10 ottobre, è dedicata al percorso educativo verso l’abolizione della pena di morte. Incoraggiando dibattiti e incontri nelle scuole, Amnesty International si avvarrà della sua decennale esperienza abolizionista per fornire gli strumenti necessari alla riflessione di ragazze e ragazzi su un tema complesso come quello della pena di morte, una violazione estrema dei diritti umani fondamentali.
 
Inoltre, in vista del XX anniversario della Convenzione sui diritti dell’infanzia, che ricorre il prossimo 20 novembre, Amnesty International e la Coalizione mondiale per l’abolizione della pena di morte, lanciano un pubblico appello ai quattro paesi che ancora oggi mettono a morte minorenni per fermare queste esecuzioni e allinearsi alla grande maggioranza dei paesi che hanno posto fine a questa pratica.
 
Arabia Saudita, Iran, Sudan e Yemen continuano a emettere ed eseguire condanne a morte nei confronti di persone che avevano meno di 18 anni al momento del reato. In Iran, spesso, sono stati messi a morte imputati minorenni anche al momento dell’esecuzione. Tra l’inizio del 2007 e giugno del 2009, Amnesty International ha documentato 24 esecuzioni di minorenni in Arabia Saudita, Iran e Yemen.
 
Oggi il mondo è sempre più libero dalla pena capitale. Nel 2009, il Burundi e il Togo sono diventati abolizionisti per tutti i reati. Negli Usa, anche lo Stato del New Mexico ha posto fine alle esecuzioni. Ad agosto, il presidente del Kenya ha ordinato la più grande commutazione della storia: 4000 condanne a morte sono state tramutate in ergastolo. Segnali importanti giungono anche dai paesi mantenitori: in Vietnam, ad esempio, sono stati ridotti i reati punibili con la pena di morte.
 
Sono 139 i paesi che hanno abolito la pena capitale per legge o nella pratica. Di questi, 94 sono abolizionisti per tutti i reati, 10 solo per i reati ordinari e 35 sono classificati abolizionisti nella pratica, poiché non vi si registrano esecuzioni da almeno 10 anni oppure hanno assunto un impegno a livello internazionale a non eseguire condanne a morte.
 
In Europa, solo la Bielorussia continua a emettere ed eseguire condanne a morte. Il 2 ottobre scorso, la Corte suprema ha respinto la richiesta d’appello di Vasily Yusepchuk, condannato a morte per omicidio nel 2009. L’uomo è analfabeta e affetto da ritardo mentale. Amnesty International ha lanciato un appello in suo favore e, alla vigilia della Giornata mondiale contro la pena di morte, chiede con urgenza al presidente Lukashenka che gli sia concessa la grazia e che nel paese venga istituita una moratoria sulle esecuzioni.
 
Amnesty International si oppone alla pena di morte in modo incondizionato, ritenendola la massima punizione crudele, inumana e degradante. La pena capitale non ha mai dimostrato di avere un effetto deterrente più efficace di altre punizioni, è un sinonimo di violenza e non una soluzione a essa.

Ulteriori informazioni
 
Il 10 ottobre Amnesty International, la Coalizione mondiale contro la pena di morte e altri gruppi abolizionisti organizzano iniziative in ogni parte del mondo. Fondata nel maggio 2002, la Coalizione riunisce 96 organizzazioni per i diritti umani, associazioni legali, sindacati e autorità locali e regionali che agiscono insieme per liberare il mondo dalla pena di morte. Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo www.worldcoalition.org
 
Nel 2008, Amnesty International ha registrato almeno 2390 esecuzioni in 25 paesi e almeno 8864 condanne a morte in 52 paesi. Cina, Iran, Arabia Saudita, Pakistan e Usa sono i paesi con il più alto numero di esecuzioni al mondo. 
 
I trattati internazionali, sia il Patto internazionale sui diritti civili e politici che la Convenzione sui diritti dell’infanzia, vietano l’applicazione della pena di morte nei confronti di persone che avevano meno di 18 anni al momento del reato. Dal 1990, Amnesty International ha documentato 77 esecuzioni di minorenni in nove paesi: Arabia Saudita, Cina, Repubblica Democratica del Congo, Iran, Nigeria, Pakistan, Usa, Sudan e Yemen. Alcuni di questi paesi hanno poi modificato la legge in modo tale da escludere questa procedura, come gli Usa, dove nel 2005 la Corte suprema ha dichiarato incostituzionale l’applicazione della pena di morte per i minorenni all’epoca del reato, allineando in questo modo la legislazione americana agli standard internazionali riconosciuti.
 
Nel 2007, tre paesi hanno eseguito condanne a morte nei confronti di imputati che avevano meno di 18 anni al momento del reato: due minorenni sono stati messi a morte in Arabia Saudita, otto in Iran e uno nello Yemen. Nel 2008, solo l’Iran ha messo a morte minorenni, in otto distinti casi. Dall’inizio del 2009, Amnesty International ha documentato l’esecuzione di tre minorenni in Iran e due in Arabia Saudita. In Sudan, quattro ragazzi di 17 anni sono attualmente sotto processo, accusati di aver partecipato agli attacchi di Khartoum. Secondo il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Sudan, nel 2008 altri due ragazzi di 16 e 17 anni sono stati condannati a morte.

FINE DEL COMUNICATO                                                                                 Roma, 8 ottobre 2009
 
Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio stampa
Tel.  06 4490224 – cell.348-6974361, e-mail  press@amnesty.it

Firma l’appello ad Arabia  Saudita, Iran, Sudan e Yemen per porre fine alle esecuzioni di minorenni 
Approfondimento ‘Giornata mondiale contro la pena di morte’