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Una revisione indipendente sui pagamenti effettuati da Amnesty International alla sua ex Segretaria generale Irene Khan e alla vice di quest’ultima, Kate Gilmore, quando nel dicembre 2009 lasciarono l’associazione, ha giudicato tali pagamenti ‘eccessivi’ e al di sopra di quanto legalmente e contrattualmente necessario.
L’incarico della revisione indipendente era stato affidato dal Comitato esecutivo internazionale (Iec, l’organo di governo di Amnesty International) nel marzo 2011, dopo aver consultato i soci dell’associazione sulle conseguenze della pubblicazione del bilancio di Amnesty International, nel dicembre 2010, che comprendeva informazioni sui pagamenti effettuati a Irene Khan e a Kate Gilmore.
In un rapporto presentato all’Iec, l’autrice della revisione, Dame Anne Owers, ex Ispettrice capo delle prigioni, ha scritto di ritenere che la decisione di effettuare i pagamenti derivi da ‘carenze sistemiche a livello manageriale e di governo’ accumulate negli anni precedenti. Ha aggiunto che le questioni cui si è trovato di fronte l’organo di governo di Amnesty International all’epoca dei fatti sono state ‘estremamente difficili e complesse’.
Dame Anne Owers ha notato ‘il meticoloso e assiduo lavoro relativo al periodo in questione’ da parte di Peter Pack, presidente uscente dell’Iec dopo due mandati, che ha apprezzato per ‘non aver nascosto nulla’ durante la revisione e per ‘essersi assunto la responsabilità delle sue azioni e delle sue decisioni’.
Dame Anne Owers ha inoltre riscontrato che sono stati già attuati cambiamenti per rafforzare sia il livello manageriale che il governo del Segretariato Internazionale di Amnesty International e ha presentato ulteriori raccomandazioni.
Il presidente dell’Iec ha ringraziato Dame Anne Owers per l’approfondita revisione da lei svolta ed ha accolto le sue raccomandazioni.
‘Questo è stato un periodo molto difficile per tutti noi. La revisione di Dame Anne Owers ha evidenziato una serie di debolezze nel modo in cui l’Iec ha svolto i negoziati per ottenere la fine del rapporto di lavoro con l’allora segretaria generale Irene Khan e la sua vice Kate Gilmore, così come una serie di manchevolezze nel sistema manageriale del Segretariato Internazionale di Amnesty International‘ – ha dichiarato Peter Pack.
‘Accettiamo il fatto che l’Iec ha pagato più di quanto necessario per ottenere la fine del rapporto di lavoro con Irene Khan e Kate Gilmore. In tutto quel periodo, prima di ogni altra cosa abbiamo cercato di non interrompere l’azione vitale di Amnesty International per i diritti umani e di non consentire a difficoltà interne di danneggiare la reputazione di Amnesty International. Ma ci rendiamo conto che, nel cercare in tutti i modi di proteggere l’operatività e la reputazione di Amnesty International, nel mantenere a un livello di confidenzialità decisioni difficili circa la fine di quei rapporti di lavoro, abbiamo inavvertitamente contribuito a una situazione che ha causato grave preoccupazione tra molti dei nostri soci e dipendenti. Rinnoviamo le nostre complete scuse per lo scontento causato da queste decisioni e per il loro impatto negativo su Amnesty International‘.
‘Oltre alle misure già adottate per rimediare ai problemi del passato, speriamo di porre in essere ulteriori cambiamenti, compresi quelli suggeriti da Dame Anne Owers, senza ritardo. Come organismo eletto, siamo tenuti a rispondere ai nostri soci e siamo arrivati al Consiglio internazionale di Amnesty International, il massimo organo decisionale dell’associazione, pienamente determinati a rispondere di quanto abbiamo fatto in una discussione aperta e franca con i nostri soci‘ – ha concluso Peter Pack.