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Amnesty International Usa: “A 17 anni dalla sua apertura, Guantánamo continua a essere una minaccia per i diritti umani”
La prigione militare di Guantánamo Bay resta una macchia nella storia dei diritti umani degli Stati Uniti d’America e continuerà, fino a quando resterà operativa, a essere luogo di violazioni dei diritti umani. È quanto ha dichiarato Amnesty International Usa alla vigilia del 17° anniversario dell’apertura del centro.
“Quando ha revocato l’ordine di chiusura emesso dal presidente Obama, Donald Trump ha aperto la strada a un’intera nuova epoca di orribili violazioni dei diritti umani”, ha dichiarato Daphne Eviatar, direttrice del programma Sicurezza e diritti umani di Amnesty International Usa.
“La prigione avrebbe dovuto essere consegnata alla storia degli Usa da lungo tempo. Invece, a 17 anni dalla sua apertura, continua a essere un simbolo dell’islamofobia, frutto della fabbrica della paura e della xenofobia che caratterizzano la presidenza Trump”, ha aggiunto Eviatar.
A Guantánamo si trovano attualmente 40 detenuti di religione musulmana, molti dei quali sono stati torturati nel corso degli anni. Alcuni di loro sono ancora detenuti nonostante il loro rilascio sia stato stabilito da anni.
Tra questi c’è Toffiq al-Bihani, torturato da funzionari della Cia prima del trasferimento a Guantánamo, risalente al 2003. Avrebbe dovuto essere rilasciato già nel 2010.
“È fin troppo facile immaginare che Guantánamo resterà il luogo di violazione dei diritti umani sotto un presidente che pensa in modo crudele ed erroneo che la tortura sia accettabile. Perché questa vergognosa istituzione sia chiusa una volta per sempre, i detenuti di cui è stato disposto il rilascio dovranno essere trasferiti immediatamente e tutti gli altri prigionieri dovranno essere incriminati e sottoposti a un processo equo oppure rilasciati”, ha concluso Eviatar.
Amnesty International Usa e altre organizzazioni per i diritti umani manifesteranno per la chiusura di Guantánamo l’11 gennaio a Washington, a partire dalle 14.30 presso il parco Lafayette.
Roma, 10 gennaio 2019