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“Le città, le strade, le case, le parole, le immagini: gli spazi fisici così come quelli virtuali sono pericolosi per le donne. Renderli sicuri è una necessità sempre più impellente”, ha dichiarato Alba Bonetti, vicepresidente di Amnesty International Italia, alla vigilia del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione di ogni forma di violenza sulle donne.
Una recente ricerca di Amnesty International, che ha coinvolto 4.000 donne in otto paesi tra cui l’Italia, ha rivelato che i social media replicano e amplificano on line la discriminazione che le donne sperimentano off line. L’esperienza che accomuna le donne che usano i social media per lavoro (blogger, politiche, giornaliste ecc.) a coloro che li usano a titolo personale è ricevere insulti e offese di carattere sessista.
La Rete diventa così un altro luogo dove le donne subiscono molestie e minacce per il semplice fatto di essere donne che esprimono il loro pensiero. La violenza on line colpisce le donne di tutte le età e donne con identità diverse (religiosa, etnica, di genere) rischiano di essere più esposte.
Gli attacchi che le donne subiscono vanno dalle minacce alle molestie fino alla diffusione non autorizzata di informazioni personali (indirizzo, telefono, nome dei figli). L’effetto di tali violenze è spesso l’auto-censura, oltre che l’ansia per la propria incolumità e quella dei familiari.
“È necessario che le società che gestiscono i social media assumano in pieno la responsabilità di rispettare i diritti umani, tra i quali la libertà di espressione e la privacy e garantiscano che l’esperienza on line sia esente da minacce”, ha concluso Bonetti.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 24 novembre 2017
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