5 per mille: il Terzo Settore chiede l’innalzamento del tetto a 500 milioni e una legge che stabilizzi questo strumento

21 Ottobre 2013

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Alcune delle principali associazioni e organizzazioni no profit (ActionAid, AIRC – Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla, Amnesty International Italia, AMREF, Associazione Italiana Celiachia, CESVI, Emergency, FAI – Fondo Ambiente Italiano, Fondazione Don Gnocchi, Fondazione Telethon, Greenpeace, Lega del Filo d’Oro, Medici senza Frontiere, Save the Children, Terre des Hommes, Unicef, World Vision, WWF) pur rilevando che –  per il momento – parrebbe scongiurato il rischio di un ulteriore ridimensionamento della disponibilità per il 5 per 1000, ribadiscono l’inadeguatezza del limite a 400 milioni e la necessità di stabilizzare questo strumento.

I rappresentati del Terzo Settore, pertanto, chiedono fin da subito di provvedere ad un innalzamento del tetto massimo ad almeno 500 milioni di euro per il 2014, in modo da dare una risposta ai 17 milioni di contribuenti italiani che hanno deciso di supportare il mondo no profit – e con esso, l’ambiente, la sanità, l’infanzia, la ricerca scientifica – attraverso la donazione del proprio 5 per mille. L’attuale limite appare a dir poco inadeguato, se ad esempio si pensa che, con un tetto a 400 milioni di euro, con l’ultima assegnazione del 5 per mille, iniziative sociali non profit destinatarie di fatto hanno perso ben 92 milioni di euro rispetto alle intenzioni dei contribuenti.

È necessario inoltre formulare una proposta normativa che regolamenti il 5 per mille in maniera definitiva. Di fatto, essendo sottoposto annualmente al vaglio dell’Esecutivo per la sua introduzione all’interno del Decreto Stabilità, al fine di definire soprattutto il tetto massimo di stanziamenti ad esso destinati, a distanza di anni dalla sua introduzione, il 5 per mille rimane tuttora una misura provvisoria e aleatoria.

Prioritario, pertanto, secondo le associazioni sotto elencate, è definire criteri di base per la regolamentazione di questo importante strumento, non influenzati da ragioni di contingenza economico-finanziaria. In tal senso, gli esponenti del Terzo Settore qui rappresentati sono pronti a dare il proprio contributo per un processo condiviso e risolutivo che porti ad una regolamentazione strutturale.