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Un doppio appuntamento, venerdì 8 dicembre al Teatro Miela di Trieste, per parlare di migrazioni e cultura del dialogo. Alle 20,30 ha inizio la serata dedicata al Premio Marisa Giorgetti, con gli interventi teatrali di Sara Beinat, Silvia Padula e Lorenzo Zuffi. La premiazione è preceduta dall’inaugurazione mostra “Harraga” di Giulio Piscitelli.
Il premio internazionale Marisa Giorgetti
Il Premio Marisa Giorgetti ha il patrocinio di Amnesty International Italia perché valorizza quelle produzioni editoriali dedicate ai diritti umani e, in particolare al tema delle migrazioni. Una scelta legata alla considerazione che le migrazioni costituiscono il più profondo motore del cambiamento sociale, culturale e politico delle società contemporanee, in Italia come in altri paesi. Cambiamenti che coinvolgono sia le società di immigrazione che quelle di origine.
Oltre che per le scelte tematiche il Premio Internazionale Marisa Giorgetti intende avere una natura innovativa anche per le modalità di individuazione e selezione dei vincitori. Il Premio non opera infatti quale concorso bensì ogni giurato propone fino a due candidature, scelte in base alla propria esperienza umana e professionale, ponendosi l’obiettivo di fare emergere situazioni individuali o collettive di valore che tuttavia si trovano in un cono d’ombra.
Fa parte della giuria il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury.
Il premio è intitolato alla memoria di Marisa Giorgetti, ispiratrice di idee e progetti sociali e culturali innovativi nel campo della tutela dei diritti umani ed in particolare dell’accoglienza e della tutela dei soggetti più deboli quali i rifugiati e le vittime di violenza, tortura e grave sfruttamento che hanno assunto un ampio rilievo pubblico, a Trieste e in Italia, grazie anche, ma non solo, alle attività realizzate dall’ICS (Consorzio Italiano di Solidarietà).
La mostra “Harraga”
Giulio Piscitelli, fotogiornalista italiano, espone alcune delle opere raccolte nel suo libro “Harraga. In viaggio bruciando le frontiere”. Un lungo racconto che si articola in tre momenti fondamentali che corrispondono alle diverse fasi del reportage: dalle rotte africane verso l’Europa, passando per l’Italia e la Francia, fino ad arrivare alla rotta balcanica. Un diario visivo, un itinerario vissuto e raccontato in prima persona dal fotografo stesso.