A casa tutto bene

2 Luglio 2018

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In questo periodo di grande successo con il disco “A casa tutto bene” e il programma televisivo “Brunori Sa”, che significato ha avuto per te ricevere il Premio Amnesty Italia per il pezzo “L’uomo nero”?

Quando si tratta di premi io sono sempre molto ironico ma in questo caso devo dire che sono stato veramente orgoglioso sia per il premio in sé, per i criteri sui quali viene assegnato, sia perché, nel mio essere molto autocratico, mi ha tranquillizzato. Avendo un grande timore di scrivere una cosa retorica e di non aver trasmesso bene l’intenzione del pezzo, il fatto di aver ricevuto questo premio è stata per me una conferma. Sono contento perché quello che volevo, con la canzone e con il disco, era proprio raccontare una situazione che riguarda il nostro paese e non solo. Stimolare a una riflessione in questo periodo è già un obiettivo impor- tante. Piantare un semino e dire ok, io vi sto raccontando queste cose, vi sto trasmettendo un’emozione su questo argomento, penso che sia fondamentale. Credo che su alcuni temi come questo sia più utile dare uno stimolo emotivo che idee od opinioni.

Che ruolo ha la parola “casa” in questa canzone e in generale nel disco, a partire dal titolo? E in che modo si collega al tema della paura?

Ho anche fatto una puntata della trasmissione sulla casa, proprio perché mi sembra che si stia ribaltando questo concetto. Per me la casa è un luogo di serenità, di accoglienza, il luogo in cui sto con la mia famiglia ma anche dove ospito le persone, ho la porta aperta. Invece a livello mediatico questa parola risuona con un’accezione negativa, identitaria: “rimandiamoli a casa”, “padroni a casa nostra”, “a casa nostra, a casa loro”. Mi interessava rappresentare questo paradosso, almeno lo è per me. Tutto il disco è collegato all’idea di casa come metafora di un luogo in cui ti tieni al riparo da tutto e da tutti, da ciò che ti spaventa e che ti può mettere in discussione. A casa va tutto bene, come dice il titolo, ma poi che ce ne frega di quello che succede fuori?! In fondo volevo strapparmi un po’ fuori da questa casa, sia quella fisica (tanto che a volte penso che faccio i dischi per riuscire a spingermi fuori di casa) ma anche quella metaforica: uscire dal mio guscio e vedere quello che succede fuori.

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