“A Gaza uno schema ricorrente di attacchi israeliani contro case e palazzi”: siano indagati come crimini di guerra

17 Maggio 2021

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Amnesty International ha dichiarato che le forze israeliane hanno esibito uno scioccante disprezzo per le vite dei civili palestinesi portando a termine numerosi attacchi contro edifici civili, uccidendo in alcuni casi intere famiglie e causando distruzioni gratuite di proprietà civili. Questi attacchi possono costituire crimini di guerra o crimini contro l’umanità.

L’organizzazione per i diritti umani ha documentato quattro attacchi con conseguenze mortali lanciati senza preavviso dalle forze israeliane contro edifici civili e ha chiesto indagini urgenti da parte del Tribunale penale internazionale.

Alla data del 17 maggio, almeno 198 palestinesi tra cui 58 bambini erano stati uccisi e oltre 1200 feriti dagli attacchi israeliani. Gli attacchi dei gruppi armati palestinesi avevano ucciso dieci israeliani tra cui due bambini e ferito almeno 27 persone.

Sta emergendo uno schema ricorrente di attacchi israeliani contro case e palazzi. In alcuni casi intere famiglie sono rimaste sepolte tra le macerie degli edifici in cui vivevano. In tutti i casi esaminati, non c’è stato preavviso dell’attacco. In base al diritto internazionale umanitario, le parti in conflitto devono distinguere tra obiettivi militari e obiettivi civili e dirigere i loro attacchi solo contro i primi. In ogni attacco devono essere prese tutte le misure possibili per ridurre al minimo i danni ai civili”, ha dichiarato Saleh Hegazi, vicedirettore per il Medio Oriente e l’Africa del Nord di Amnesty International.

L’esercito israeliano continua a dichiarare che sta colpendo solo obiettivi militari. Tuttavia, non ha dato alcuna spiegazione circa gli obiettivi militari degli attacchi che abbiamo preso in esame. È assai difficile comprendere come bombardare edifici pieni di famiglie di civili senza preavviso possa essere considerato un atto proporzionato ai sensi del diritto internazionale. Del resto è impossibile lanciare bombe aeree, che hanno un raggio di esplosione di centinaia di metri, contro centri abitati senza tenere in conto che vi saranno ingenti danni ai civili”, ha proseguito Hegazi.

Dall’11 maggio, secondo il Centro per i diritti umani al-Mezan di Gaza, sono state distrutte almeno 152 strutture civili. Il ministero dei Lavori pubblici e dell’edilizia di Gaza ha denunciato che gli attacchi israeliani hanno distrutto 94 edifici che contenevano 461 unità abitative ed esercizi commerciali, mentre 285 unità abitative sono state gravemente danneggiate e risultano inagibili.

Secondo l’Ufficio di coordinamento degli Affari umanitari delle Nazioni Unite, oltre 2500 persone sono rimaste senza dimora a causa degli attacchi che hanno distrutto le loro abitazioni, mentre oltre 38.000 persone risultano sfollati interni o hanno cercato riparo in 48 scuole gestite dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi.

I lanci indiscriminati di razzi da parte dei gruppi armati palestinesi contro le aree civili di Israele hanno a loro volta causato uccisioni e ferimenti e danneggiato abitazioni e altre proprietà civili. I razzi partiti da Gaza sono imprecisi e il loro uso viola il diritto internazionale umanitario, che vieta l’uso di armi di per sé indiscriminate. Anche questi attacchi dovrebbero essere indagati come crimini di guerra da parte del Tribunale penale internazionale.

Amnesty International aveva già denunciato una deliberata politica di attacchi contro le abitazioni delle famiglie palestinesi durante l’offensiva militare del 2014 contro Gaza.

Uno dei bombardamenti più gravi è avvenuto tra l’1 e le 2 di notte del 16 maggio a Gaza City. Gli attacchi hanno completamente distrutto due palazzi appartenenti alle famiglie al-Ouf e al-Kolaq uccidendo 30 persone, tra cui 11 bambini. Gli attacchi hanno distrutto anche la sede del ministero del Lavoro e hanno bloccato al-Wehda Street, una delle principali vie d’accesso all’ospedale al-Shifa, il più grande di Gaza.

Gli altri due attacchi esaminati da Amnesty International hanno colpito Beit Lahia intorno alla mezzanotte rispettivamente del 14 e del 15 maggio. Nel primo, appartenente alla famiglia al-Atar, sono morti tre bambini di sette anni, sei anni e otto mesi.

Oltre a case e palazzi, gli attacchi israeliani hanno danneggiato strutture per la fornitura di acqua ed elettricità e centri sanitari e hanno anche interrotto le attività dell’impianto di desalinizzazione dell’acqua marina di Gaza Nord, che fornisce rifornimenti idrici a oltre 250.000 persone.