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PREMIO AMNESTY: I NEGRAMARO PREMIATI NELLA SEZIONE BIG PER IL BRANO “DALLE MIE PARTI” SUI MIGRANTI: “IL POSTO PER DIRE LA NOSTRA È LA CANZONE, È QUELLO IL NOSTRO POSTO”
NAPOLI TRIONFA NELLA SEZIONE EMERGENTI: A BLINDUR IL PREMIO ASSOLUTO, A DONIX QUELLO DELLA CRITICA
La 24a edizione del Premio Amnesty nella sezione Emergenti ha visto trionfare Napoli: a Blindur con il brano “3000x” è andato il premio assoluto e a Donix con “Siriana” quello della critica, in una finale che ha visto in gara anche gli Aftersat, pure loro partenopei, con “Sanpapiè”, Olivia xx da Viterbo con “Solo una figlia” (che ha portato a casa il premio del pubblico) e Picciotto da Palermo con “Bimbi” (che si è aggiudicato il Premio Indieffusione).
La finale del contest che premia le canzoni sui diritti umani si è svolta domenica sera, nella giornata conclusiva del festival “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”, iniziato il 17 luglio ad Adria e proseguito dal 22 al 25 luglio a Rosolina mare.
Protagonisti della giornata sono stati i Negramaro, che hanno ricevuto il Premio per la sezione Big, grazie alla canzone “Dalle mie parti”, e si sono esibiti in serata sul palco di piazzale Europa. Nel pomeriggio si è svolto un incontro con il portavoce di Amnesty Riccardo Noury, il Sindaco di Rosolina Franco Vitale, il direttore artistico del festival Michele Lionello, la rappresentante di COSPE Alessia Giannoni, e due membri dei Negramaro, Giuliano Sangiorgi e Andro Mariano.
Sangiorgi, autore del pezzo vincitore, ha detto: “Avrei forse voluto chiamare questa canzone ‘Dialogo tra un essere umano e un migrante’. Le vite in mare vanno salvate. Stiamo togliendo l’ultimo barlume di umanità a queste persone. La nostra mano tesa verso di loro è questa canzone”.
Sulla vittoria ha aggiunto: “Non mi sembra vero di aver vinto un premio così grande come il Premio Amnesty. Quando ho saputo della vittoria ho detto “ce l’ho fatta”. Ce l’ho fatta non a vincere ma a far arrivare una canzone di questo tipo. Le canzoni per noi sono dei contenitori in cui ognuno mette quel che vuole, possono anche essere travisate e questo è anche giusto, ma le canzoni non sono solo sull’amore a due, dentro può esserci anche l’amore infinito. Questo riconoscimento è importante anche per questo. È l’emblema di un percorso fatto dai Negramaro. È l’aver fatto capire che le canzoni non sono solo canzonette. Abbiamo vinto una scommessa fatta 30 anni fa. Io fra l’altro al liceo avevo il diario di Amnesty International. Ho sempre sognato di dire la mia ed il mio posto per dirla è una canzone. A chi ci dice che dobbiamo cantare e non fare politica rispondo che è la canzone il nostro posto, il posto dove dire certe cose. Se qualcuno vuole risponderci lo faccia con una canzone”.
Andro Mariano ha da parte sua spiegato che “quando è arrivato questo brano sono rimasto molto colpito, mi sembrava davvero qualcosa di nuovo. Ascoltandolo e cercando di vestirlo in maniera adeguata ogni volta mi emozionavo. E continua ad emozionarmi. Per la prima volta Giuliano ci ha messo davanti a una fotografia bella nitida di due mondi, due mondi che in realtà dovrebbero essere uno solo. Perché oggi purtroppo l’odio è la strada più facile da percorrere”.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha invece affermato: “’Dalle mie parti’ è un inno a un mondo senza discriminazioni e senza confini, un appello a porre fine alla contrapposizione mio/tuo in favore di un’appartenenza e di un’esistenza comuni e condivise. Abbiamo deciso di premiare un brano che a partire dal titolo dell’album di cui fa parte, ‘Contatto’, invita a superare le divisioni, acuite da un anno e mezzo di pandemia che ha isolato molte persone e ha incattivito e fatto sprofondare nel rancore tante altre, convinte che per difendere i propri diritti sia necessario toglierli ad altri. Ripartiamo dall’arte e dagli artisti, trascurati come produzione non essenziale e che invece da sempre dimostrano quanto siano fondamentali, anche per promuovere i diritti umani”
Il filo conduttore del festival è stato il sessantesimo anniversario di Amnesty International, l’organizzazione per i diritti umani è nata infatti il 28 maggio 1961 e da allora ha moltiplicato le battaglie contro la tortura e la pena di morte e per i diritti sociali ed economici di tutte le persone. Nel coniugare musica e diritti umani si è ricordato i venti anni trascorsi dal G8 di Genova e le gravissime violazioni dei diritti umani che vennero commesse nel 200 e la prolungata detenzione illegale di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna in carcere senza processo e senza potersi difendere ormai quasi da un anno e mezzo”
Inoltre, durante le giornate del festival sono starti mostrati i video della campagna di COSPE e Amnesty International Italia “Stand Up for Victims Rights” nata con l’obiettivo per informare e sostenere chi subisce aggressioni, fisiche e verbali, motivate da pregiudizi basati su nazionalità, colore della pelle, religione, orientamento sessuale e identità di genere.
Fra gli ospiti di “Voci per la libertà” ci sono stati Yo Yo Mundi, H.E.R., Vallanzaska, Giulio Wilson, Francesca Incudine, Agnese Valle ed il progetto Jonathan Livingston, mentre le finali della sezione Emergenti del Premio Amnesty ha visto in gara anche Innocente, Ozora e Miriam Ricordi. A completare il programma, gli aperitivi pomeridiani fra musica e parole, la proiezione di “Candle in barbed wire“, un docufilm con regia di Fabio Masi sui sessant’anni di battaglie di Amnesty International per la difesa dei diritti umani e due mostre: “60 volti per 60 anni” di Gianluca Costantini e “Free Patrick Zaki: prisoner of conscience”, concorso internazionale.
Media partner ufficiale è stata Rai Radio1, che ha anche proposto vari collegamenti in diretta dal festival. La conduzione delle serate era affidata a Savino Zaba e Carmen Formenton.
La prestigiosa e folta giuria tra semifinali e finale è stata composta da: Claudio Agostoni (Radio popolare), Giò Alajmo (Spettakolo.it), Eugenio Arcidiacono (Famiglia Cristiana), Marco Cavalieri (Radio Elettrica), Francesca Cesarotti (Amnesty Italia), Francesca Corbo (Amnesty Italia), Nicola Dalla Pasqua (Amnesty International Veneto), Katia Del Savio (Indiana Music Mag), Enrico Deregibus (giornalista e operatore culturale), Daniela Esposito (ufficio stampa), Roberta Giallo (cantautrice), Michele Lionello (direttore artistico Voci per la Libertà), Ivan Malfatto (Gazzettino), Gianluca Mura (Radio41), Riccardo Noury (portavoce Amnesty International Italia), Mattia Pace (manager musicale), Angelo Pangrazio (giornalista), Duccio Pasqua (Rai Radio1), Irene Pederzini (Ala Bianca), Francesco Pozzato (Voci per la Libertà), Silvia Rotelli (Inalienabile, musica e diritti umani), Adila Salah (Indieffusione/Noise Symphony), Giordano Sangiorgi (MEI e Rete dei festival), Marcella Sullo (Rai Radio1), Agnese Valle (cantautrice e vocal coach).
Un’iniziativa di: Associazione Voci per la Libertà, Amnesty International Italia, Comune di Adria, Comune di Rosolina.
Con il contributo di: CGIL Rovigo, CISL Padova e Rovigo.
Partner tecnici: ARS audio & light, Idee Grafiche, Press4All, Mei – Meeting degli Indipendenti, OPS Group, Rete dei Festival, Studioartax, Pro Loco Rosolina.
Media partner: Rai Radio1, FunnyVegan, ViaVaiNet, Collettiva, Noise Symphony, Indieffusione, Radio Popolare, Radio 41.