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All’indomani della tragica morte di Savita Halappanavar, Amnesty International ha chiesto al governo irlandese di assicurare che la legislazione e le prassi in vigore nel paese in materia di accesso ai servizi di aborto siano in linea con le norme del diritto internazionale.
In una lettera inviata al ministro della Sanità, James Really, l’organizzazione per i diritti umani ha fatto presente che la morte di Savita Halappanavar evidenzia come le leggi e le prassi irlandesi non tengano conto di un elementare diritto umano, quello di una donna a ricorrere a servizi di aborto quando la sua vita sia a rischio.
Questo diritto è stato già stabilito come principio costituzionale da parte della Corte suprema irlandese. Secondo Amnesty International, il governo di Dublino non ha chiarito se per attuare questo principio occorra o meno un quadro legislativo di riferimento.
‘Resta il fatto che il diritto internazionale dei diritti umani dice chiaramente che le donne hanno diritto a ricorrere a servizi legali e sicuri di aborto quando la loro vita sia in pericolo’ – ha dichiarato Colm O’ Gorman, direttore generale di Amnesty International Irlanda.
‘Un governo dopo l’altro è venuto meno al dovere di chiarire come questo diritto sia protetto e possa essere esercitato. In questo modo, le donne sono state lasciate in una posizione molto vulnerabile. Il governo deve chiarire questo aspetto senza ulteriore ritardo’ – ha sottolineato O’ Gorman.
‘L’Irlanda ha ricevuto critiche dagli organismi internazionali, compresa una sentenza della Corte europea dei diritti umani, per non aver adeguato la legislazione nazionale ai principi internazionali sui diritti umani’ – ha aggiunto Marianne Mollman del Segretariato Internazionale di Amnesty International.
L’organo di giustizia europeo ha riconosciuto la necessità che l’Irlanda si doti di una normativa che stabilisca una procedura efficace e accessibile per permettere alle donne di accedere a servizi legali di aborto quando la loro vita sia messa in pericolo dalla gravidanza.
Il rapporto dell’Esame periodico universale delle Nazioni Unite sull’Irlanda, nell’ottobre 2011, contiene ripetute richieste di stati membri dell’Onu all’Irlanda di adeguare la legge agli obblighi internazionali sui diritti umani e, come minimo, di prevedere per legge l’accesso a servizi di aborto quando la vita delle donne sia in pericolo.
Sempre nel 2011, il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura ha sollecitato l’Irlanda a definire attraverso un procedimento legislativo l’ambito di applicazione del principio di aborto legale.
Amnesty International ha preso atto che sulla morte di Savita Halappanavar è stata aperta un’indagine e ha sollecitato il governo irlandese a garantire che essa sia trasparente ed efficace.
L’indagine dovrebbe rispondere almeno alle seguenti domande: i protocolli del Consiglio nazionale della sanità sono stati rispettati e hanno fornito indicazioni compatibili con quanto stabilito della Corte suprema? La paziente ha subito discriminazione o trattamento vessatorio a causa della sua origine etnica, della sua religione o di altri motivi? La sua morte poteva essere evitata?