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AFGHANISTAN: CHI È PARTITO E CHI RESTA
di Riccardo Noury, portavoce
La crisi di dimensioni straordinarie che affligge ancora più che in passato l’Afghanistan pone due grandi questioni per le quali occorrerebbero risposte altrettanto straordinarie.
Coloro che, grazie a un ponte aereo terminato prima del previsto, sono stati evacuati da Kabul (circa 116.000 persone) devono essere considerati persone vulnerabili, come possono essere uomini, donne e bambini che da un momento all’altro sono stati costretti, dopo attese interminabili, a salire su un aereo e lasciare il loro paese, i loro affetti, le loro cose. Per loro è necessario un progetto di accoglienza e d’inserimento di lungo periodo, che preveda non solo una residenza permanente, ma anche servizi essenziali quali cure mediche, apprendimento della lingua, opportunità di lavoro, frequenza scolastica.