@ HOSHANG HASHIMI/AFP via Getty Images
Tempo di lettura stimato: 4'
Oltre 80.000 persone hanno firmato la petizione globale di Amnesty International che chiede alla comunità internazionale di schierarsi urgentemente dalla parte dei diritti delle donne in Afghanistan e di chiamare i talebani a rendere conto dell’incessante repressione ai loro danni.
La petizione – che chiede agli stati di dare priorità ai diritti delle donne e delle ragazze in Afghanistan, sostenendoli e monitorandone il rispetto – è stata trasmessa ai governi del mondo.
“Negli ultimi sei mesi, i talebani hanno sistematicamente discriminato le donne e le ragazze, attraverso decisioni politiche che hanno gravemente limitato la libertà di movimento e di espressione delle donne e hanno pregiudicato il diritto delle ragazze all’istruzione. In circa sei mesi, hanno azzerato il contributo che le donne avevano dato per due decenni all’Afghanistan”, ha dichiarato Yamini Mishra, direttrice di Amnesty International per l’Asia meridionale.
“La velocità con cui i talebani stanno smantellando conquiste ottenute con enorme fatica nel campo dei diritti umani dovrebbe drammaticamente ricordare alla comunità internazionale che ha delle responsabilità per la protezione delle donne e delle ragazze in Afghanistan, molte delle quali vengono ridotte al silenzio mediante azioni di rappresaglia, detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate e torture. Come dice chiaramente la nostra petizione, i talebani dovranno essere chiamati a rendere conto delle loro azioni”, ha aggiunto Mishra.
La fine del regime dei talebani, nel 2001, aveva favorito importanti passi avanti per quanto riguarda i diritti delle donne. Negli ultimi 20 anni, circa tre milioni e 300.000 ragazze hanno ottenuto accesso all’istruzione e le donne hanno potuto partecipare attivamente alla vita politica, economica e sociale dell’Afghanistan. Hanno trovato lavoro nell’avvocatura, nelle professioni sanitarie, nello sport, nell’istruzione, nell’attivismo, nella politica, nell’ingegneria, nell’imprenditoria, nell’amministrazione dello stato, nella polizia e nelle forze armate.
Ma oggi, mentre il mondo celebra la Giornata internazionale delle donne, in Afghanistan le donne e le ragazze non solo non possono esercitare appieno i loro diritti, ma subiscono anche una costante oppressione da parte dei talebani. Di recente, il numero delle azioni di rappresaglia ha raggiunto livelli senza precedenti, senza che i talebani siano chiamati a renderne conto. Dalla presa del potere da parte dei talebani, i timori che le donne nutrivano da decenni sono diventati una triste realtà quotidiana.
I talebani hanno smantellato il ministero per gli Affari femminili (Mowa) e la Commissione indipendente sui diritti umani (Aihrc). Hanno costretto a non tornare al lavoro le donne precedentemente impiegate nelle istituzioni governative e nelle organizzazioni non governative. Hanno impedito a tre milioni di ragazze l’accesso all’istruzione e hanno imposto rigide limitazioni ai diritti delle donne e delle ragazze. Queste azioni repressive violano il diritto internazionale dei diritti umani.
“Occorre un intervento a più livelli che comprenda uno sforzo locale, regionale e internazionale per assicurare che i diritti delle donne e delle ragazze siano protetti. Ad esempio, dovrebbe essere istituito un meccanismo delle Nazioni Unite per monitorare la situazione delle donne e chiamare i talebani a rendere conto delle loro azioni”, ha dichiarato Shabnam Salehi, ex commissaria sui diritti delle donne dell’Aihrc.
“Non dobbiamo dimenticare le donne afgane. Dobbiamo essere la loro voce e alzare la voce nei confronti dei nostri governi. Sta a noi continuare la lotta!”, ha concluso Mahbouba Seraj, direttrice generale del Centro per lo sviluppo delle capacità delle donne.