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L’aggressione del cittadino marocchino Moulayamer Oulkadi El Idrisse, compiuta il 19 febbraio a Sassuolo da due carabinieri e un poliziotto, deve essere immediatamente oggetto di un’indagine spedita, approfondita e imparziale per accertare le responsabilità individuali. Le immagini del video suggeriscono con grande evidenza che possa esservi stato un uso eccessivo e illegittimo della forza, contrario agli standard internazionali sui diritti umani che sanciscono il diritto di chiunque a non subire tortura e trattamenti crudeli, inumani o degradanti.
Le Convenzioni delle Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa che vietano tali abusi, al pari di tutti gli strumenti a protezione dei diritti umani fondamentali come quello all’integrità fisica, costituiscono obblighi che le autorità italiane devono rispettare nei confronti di chiunque, senza distinzione di nazionalità, gruppo etnico e condizione personale o sociale.
L’accertamento rapido e imparziale delle responsabilità individuali, con pene adeguate alla gravità degli abusi e con il riconoscimento di un giusto risarcimento per la vittima, è fondamentale per evitare che in Italia si instauri un clima di impunità e per proteggere gli agenti di pubblica sicurezza da denunce infondate.
È infine urgente che l’Italia adotti misure efficaci di prevenzione dei maltrattamenti da parte di pubblici ufficiali, ratificando il Protocollo alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, istituendo un organismo indipendente di ispezione e controllo sul rispetto dei diritti umani, introducendo il reato di tortura nel codice penale e garantendo agli agenti di pubblica sicurezza un’adeguata formazione sul rispetto dei diritti umani.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 2 marzo 2006
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