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Nella battaglia per il contrasto all’hate speech tutti possono scendere in campo: dove la moderazione dei social network e dei portali d’informazione non arriva, quando l’intervento delle autorità non è abbastanza repentino, è importante che gli utenti del web, persone comuni, facciano ciò che possono per dire no all’odio in rete.
Fare qualcosa, non restare a guardare, significa affermare che discriminazione e violenza sul web non sono tollerabili; significa non far sentire sole le vittime dell’odio. Vuol dire anche compiere un gesto concreto per promuovere la rimozione dei contenuti ritenuti inaccettabili oppure proporre una forma di comunicazione civile e costruttiva.
Come intervenire allora?
Si va dalla semplice segnalazione fino alla più delicata proposta di visioni alternative, attraverso il dialogo.