@Pierrot Men for Amnesty International
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Dal rapporto di Amnesty International si evince che il Paese africano è tra i più colpiti al mondo dai cambiamenti climatici che, a loro volta, generano carestie.
Nove persone su dieci vivono in condizione di povertà, in un Paese che è profondamente colpito dai cambiamenti climatici. Più di un milione di persone sono sull’orlo della carestia in Madagascar, ennesimo segno di come il fattore ambientale stia già causando grandi sofferenze alla popolazione. Questo è, tra gli altri, il messaggio principale lanciato da Amnesty International nel suo rapporto odierno sugli impatti del cambiamento climatico e sui diritti umani in Madagascar.
Nel suo rapporto “Sarà troppo tardi per aiutarci quando saremo morti”, presentato ufficialmente oggi durante una conferenza stampa virtuale, Amnesty International documenta l’impatto della siccità sul godimento dei diritti umani per le persone nella regione del “profondo sud” del Madagascar. La parte meridionale dell’isola è la più colpita dalla crisi climatica, al punto che “il Madagascar è in prima linea nella crisi climatica”, ha detto Agnès Callamard, segretario generale di Amnesty International. L’organizzazione per i diritti umani chiede ai leader mondiali di intervenire, salvando vite e proteggendo i diritti delle persone “prima che sia troppo tardi”.
Callamard ha detto che le attuali proiezioni sul cambiamento climatico indicano che le siccità dovrebbero diventare più gravi, colpendo in modo sproporzionato le persone nei Paesi in via di sviluppo. “In vista della Cop26, questo è un campanello d’allarme per i leader mondiali”, affinché agiscano prima di subito per invertire la rotta. La conferenza sul cambiamento climatico si terrà a Glasgow, in Scozia, dal 31 ottobre al 12 novembre, sotto la co-presidenza del Regno Unito e dell’Italia. Amnesty International chiede inoltre a tutti i leader mondiali di intraprendere un’azione concreta e coraggiosa per ridurre collettivamente le emissioni di CO2 di almeno il 45% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030, e di raggiungere le emissioni zero entro il 2050.
Il sud del Madagascar ha sperimentato quattro siccità in pochi anni, che hanno devastato i raccolti e ostacolato l’accesso della gente al cibo. Secondo le statistiche rilasciate dal Programma Alimentare Mondiale (PAM) e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) a maggio, si stima che oltre un milione di persone sia in condizioni di insicurezza alimentare acuta nella parte meridionale del Paese, di cui circa 14mila in uno stato “disastroso”, lo stadio più grave di insicurezza alimentare secondo la classificazione internazionale a cinque stadi stabilita dall’Integrated Food Security Phase Classification (IPC).