Al via il processo Karadzic

25 Ottobre 2009

Tempo di lettura stimato: 3'

Il processo Karadzic deve portare giustizia alle vittime della guerra della Bosnia

(26 ottobre 2009)

Amnesty International ha salutato con soddisfazione l’inizio del processo, all’Aja, nei confronti dell’ex leader serbo bosniaco Radovan Karadzic, arrestato nel luglio 2008 per le imputazioni di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità nel contesto del conflitto che sconvolse la Bosnia dal 1992 al 1995. Karadzic, all’epoca presidente della Repubblica serba di Bosnia, non si è presentato alla prima udienza davanti al Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia (TPIJ), costringendo il giudice a rinviare il processo.

L’inizio del processo è stato preceduto da un’importante sentenza della Camera dei processi, secondo la quale le persone accusate di crimini come quelli di cui è imputato Karadzic non possono avvalersi dell’immunità, persino se questa (come asserisce lo stesso Karadzic) fosse stata promessa nel corso dei negoziati di pace del 1995.

Secondo Amnesty International, anche alla luce della condotta processuale dell’imputato Karadzic e del fatto che altri due imputati di primo piano, come Ratko Mladic e Goran Hazdic, rimangono latitanti, al TPIJ devono essere concessi tempo e risorse necessari per completare il proprio importante lavoro.

All’Aja, Radovan  Karadzic deve affrontare due accuse di genocidio, nei confronti dei musulmani e dei croati di Bosnia nel 1992 e dei musulmani di Bosnia nel 1995 (massacro di Srebrenica), cinque accuse di crimini contro l’umanità (tra cui persecuzione, sterminio, uccisione e deportazione) e quattro accuse di violazione delle leggi o dei costumi di guerra (tra cui la presa in ostaggio di civili e aver diffuso il terrore tra la popolazione civile).

Anche se è probabile che il processo Karadzic sarà portato a termine prima della chiusura del TPIJ, il suo esito non sarà sufficiente per portare giustizia alle vittime del conflitto dei Balcani. Amnesty International ha più volte chiesto che il lavoro del TPIJ sia affiancato dall’azione dei tribunali nazionali, per svolgere inchieste e procedimenti per decine di migliaia di altri crimini commessi da funzionari di medio e basso rango di cui il TPIJ non potrebbe occuparsi.