Tempo di lettura stimato: 5'
Da oggi prende il via una campagna della Sezione Italiana di Amnesty International denominata ‘Più diritti più sicurezza’, cui prenderanno parte oltre 200 gruppi locali dell’associazione.
La campagna fa parte dell’azione globale promossa da Amnesty International per denunciare e fermare le violazioni dei diritti umani che hanno luogo nella cosiddetta ‘guerra al terrore’, lanciata dall’amministrazione Usa all’indomani degli attacchi dell’11 settembre 2001.
Nel corso degli ultimi cinque anni, Amnesty International ha condannato con la massima fermezza le azioni vili e inumane dei gruppi armati, che hanno colpito indiscriminatamente i civili a Madrid, Londra, Tel Aviv, Bali, Sharm el-Sheikh e in decine di altri luoghi, oltre che in Afghanistan e in Iraq. L’associazione sottolinea che la sicurezza è un diritto umano fondamentale: i governi hanno il dovere di difendere i loro cittadini.
La risposta degli Usa, imitati da molti altri paesi, è stata la ‘guerra al terrore’, basata su un ampio ventaglio di violazioni dei diritti umani, tra cui arresti arbitrari, ‘sparizioni’, detenzioni illegali, processi iniqui e torture. L’Europa, Italia inclusa, ha fatto la sua parte. Lo spazio aereo e gli aeroporti italiani sono stati infatti utilizzati dagli aerei legati alla Cia e coinvolti nel circuito di rendition, le operazioni segrete con cui persone sospettate di terrorismo sono state trasferite da un paese a un altro, al di fuori di qualsiasi procedura o supervisione giudiziaria, per essere interrogate e sottoposte a tortura in centri di detenzione segreti e noti, come quello di Guantánamo Bay.
Al ruolo dei paesi europei nelle rendition è dedicata la pubblicazione ‘Voli segreti’ (EGA Editore), che la Sezione Italiana di Amnesty International presenta in occasione del lancio della campagna ‘Più diritti più sicurezza’. Il testo include la traduzione integrale del rapporto emanato sul tema dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, che prende in esame anche episodi che riguardano l’Italia (come la rendition di Maher Arar, passato per lo scalo romano di Ciampino il 9 ottobre 2002) ed è arricchito da una prefazione di Armando Spataro, procuratore della Repubblica aggiunto di Milano.
A giudizio di Amnesty International, cinque anni di ‘guerra al terrore’ hanno causato il progressivo indebolimento del sistema internazionale di protezione dei diritti umani, trasformato buona parte del pianeta in una ‘fabbrica del rancore’, esasperato l’intolleranza e la discriminazione e, in definitiva, completamente mancato l’obiettivo della sicurezza.
Con questa campagna, Amnesty International vuole convincere opinione pubblica e istituzioni che i diritti umani non sono un ostacolo alla ricerca della sicurezza ma che, al contrario, il loro rispetto ne costituisce il presupposto.
Alle autorità italiane, Amnesty International chiede di dichiarare pubblicamente il proprio impegno contro le rendition e di collaborare pienamente con le inchieste internazionali e interne in corso, affinché sui casi che coinvolgono l’Italia e sull’intero fenomeno sia fatta piena luce e si affermi decisamente l’idea che solo procedure attente ai diritti umani possono davvero garantire la sicurezza di tutti.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 16 novembre 2006
Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 – cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it