Almeno 13 manifestanti uccisi nell’attacco a una tendopoli: è questo il nuovo Sudan?

4 Giugno 2019

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Amnesty International ha sollecitato la comunità internazionale a considerare l’adozione di tutte le possibili forme di pressione pacifica, comprese sanzioni mirate, nei confronti delle autorità del governo di transizione sudanese responsabili del violento attacco della mattina dell’alba del 3 giugno contro un accampamento di manifestanti nella capitale Khartoum.

Alle 4.30 del 3 giugno, sotto il comando del Consiglio militare di transizione, un centinaio di veicoli privi di targa ha circondato l’accampamento allestito sin dal 9 aprile di fronte al quartier generale delle forze armate; ne sono scesi numerosissimi soldati della Forza rapida di sostegno, armati di tutto punto. I militari hanno dato fuoco alle tende, picchiato le persone che stavano dormendo, esploso gas lacrimogeni e proiettili veri.

La sera del 3 giugno il numero delle vittime era arrivato a 13 ma era destinato a salire, quello dei feriti era di oltre 100. Le forze di sicurezza avrebbero anche assaltato due ospedali alla ricerca di manifestanti che erano stati ricoverati.

Amnesty International ha chiesto al Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione africana di convocare una riunione di emergenza per esaminare l’attuale situazione in Sudan e sollecitare il rispetto dei diritti umani e in particolare del diritto di manifestazione pacifica.