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Amnesty International ha sollecitato il presidente del Messico Felipe Calderón ad aprire immediatamente un’inchiesta, condotta da magistrati civili, sulla ‘scomparsa’ di almeno sei persone arrestate tra il 1° e il 5 giugno dalla Marina messicana a Nuevo Laredo, nello stato di Tamaulipas, vicino al confine con gli Stati Uniti d’America.
Sulla base di testimonianze oculari e di immagini fotografiche a disposizione, Amnesty International ha chiesto al presidente Calderón, in quando comandante in capo delle forze armate messicane, di indagare sulla sorte di questi uomini, di cui si sono perse le tracce da quattro settimane.
I sei ‘scomparsi’ di cui Amnesty International è certa sono José Fortino Martínez, José Cruz Díaz Caramillo, Joel Díaz Espinoza, Martín Rico García, Diego Omar Guillen Martínez e Usiel Gómez Rivera. In quattro dei sei casi, personale della Marina ha arrestato gli uomini direttamente nelle loro abitazioni. In un caso, i familiari dell’arrestato hanno seguito il percorso fino ai cancelli di una base militare.
Ai parenti degli scomparsi, i militari avrebbero detto che le persone arrestate erano sotto interrogatorio per possesso di droga e armi, senza mostrare un mandato di cattura o spiegare le ragioni della prolungata detenzione.
Nel mese di giugno, secondo un’Organizzazione non governativa locale, a Nuevo Laredo vi sarebbero state otto sparizioni, ma i parenti sarebbero troppo spaventati per presentare denuncia.
L’inchiesta aperta a livello federale dall’Ufficio del procuratore ha fatto registrare pochi passi avanti. La Marina continua a negare ogni coinvolgimento nelle sparizioni.
Secondo Amnesty International, il Messico sta affrontando una situazione complessa dal punto di vista della sicurezza ma questo non può in alcun modo essere un alibi per commettere violazioni dei diritti umani o non indagarle. Il Messico ha sottoscritto numerosi trattati relativi alle sparizioni, un grave crimine di diritto internazionale che può anche costituire crimine contro l’umanità.