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Amnesty International ha chiesto alle forze israeliane e ai gruppi armati palestinesi di porre immediatamente fine agli attacchi illegali contro Gaza e il sud d’Israele, che a partire da sabato 27 dicembre hanno causato la morte di almeno 280 civili palestinesi e di due civili israeliani.
I bombardamenti sulla Striscia di Gaza hanno provocato il più alto numero di morti e feriti mai registrato in quattro decenni di occupazione israeliana: tra le vittime palestinesi vi sono decine di civili non armati e di poliziotti che non stavano prendendo parte alle ostilità.
‘L’uso sproporzionato della forza da parte di Israele è illegale e rischia di provocare ulteriore violenza in tutta la regione’ – ha dichiarato Amnesty International. ‘L’escalation di violenza è arrivata in un momento in cui la popolazione di Gaza già era impegnata in una lotta quotidiana per la sopravvivenza, a causa del blocco israeliano che impedisce l’ingresso anche di viveri e medicinali‘.
‘Hamas e gli altri gruppi armati palestinesi condividono la responsabilità per l’escalation. I continui lanci di razzi sulle città e i villaggi israeliani sono illegali e non possono essere giustificati in alcun modo‘ – ha proseguito Amnesty International, che ha sollecitato la comunità internazionale a intervenire senza indugio per garantire che i civili intrappolati nella violenza siano protetti e che il blocco di Gaza sia rimosso.
L’ultimo pesante attacco ha portato a 650 il numero dei palestinesi uccisi quest’anno dalle forze israeliane: almeno un terzo delle vittime, tra cui 70 bambini, erano civili. Nello stesso periodo, i gruppi armati palestinesi hanno ucciso 25 israeliani, 16 dei quali civili, tra cui quattro bambini. Negli ultimi otto anni la violenza israelo-palestinese ha causato la morte di circa 5000 palestinesi e 1100 israeliani. La maggior parte delle vittime da entrambi i lati erano civili e tra esse figurano circa 900 bambini palestinesi e 120 bambini israeliani.
Nelle ultime settimane le agenzie delle Nazioni Unite, che provvedono all’80 per cento del fabbisogno alimentare di un milione e mezzo di abitanti, hanno ripetutamente protestato contro il rifiuto israeliano di consentire l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza.
Il blocco israeliano ha fatto sì che la tregua di cinque mesi e mezzo tra Israele, Hamas e gli altri gruppi armati palestinesi migliorasse di poco o niente la vita della popolazione di Gaza. La tregua è di fatto cessata il 4 novembre, quando le forze israeliane hanno ucciso sei militanti palestinesi e una scarica di razzi palestinesi ha colpito le città e i villaggi del sud d’Israele.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 29 dicembre 2008
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