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Amnesty International, preoccupata dalle prove degli ultimi mesi secondo le quali Amazon sta ostacolando i diritti dei lavoratori a organizzarsi e sta investendo ingenti risorse nel controllo dei lavoratori e della presunta “minaccia” di una potenziale attività sindacale, ha chiesto all’azienda di e-commerce, in occasione dell’Amazon Prime Day iniziato ieri, di rispettare i diritti dei lavoratori, in particolare quello di costituire sindacati e di iscrivervisi. Fra i più recenti episodi riportati dalla stampa:
Sebbene Amazon dichiari di rispettare il diritto dei lavoratori di unirsi e costituire sindacati, non ha pubblicamente negato le rivendicazioni sulla sorveglianza e sul tracciamento dell’organizzazione dei lavoratori e sull’attività dei sindacati. In una lettera datata 21 settembre 2020, Amnesty International ha chiesto ad Amazon ulteriori informazioni in merito. Il 5 ottobre, Amnesty International ha inviato un’altra comunicazione ad Amazon, ma non ha ancora ricevuto risposta.
Gli sforzi di Amazon per scoraggiare i lavoratori dall’organizzarsi non sono una novità e le stesse relazioni annuali della società parlano di comitati aziendali o sindacati come un fattore di rischio per le loro operazioni internazionali. Ad esempio, in passato, nel Regno Unito, Amazon ha più volte diffidato per presunte intrusioni e minacciato di misure ingiuntive il sindacato Gmb, che aveva tentato di parlare ai lavoratori all’esterno delle strutture Amazon. Inoltre, i coordinatori di Gmb hanno riferito ad Amnesty International che il personale delle risorse umane di Amazon ha sequestrato e strappato i volantini del sindacato distribuiti ai lavoratori, quando questi sono entrati in azienda.
Negli Usa, i dipendenti dell’area magazzino che hanno difeso i propri diritti e sollevato delle preoccupazioni sulla sicurezza sul lavoro durante la pandemia da Covid-19 hanno subito provvedimenti disciplinari o sono stati successivamente licenziati.
Il diritto internazionale dei diritti umani stabilisce chiaramente che ognuno ha il diritto di costituire o diventare membro di un sindacato di propria scelta e che i sindacati svolgono un ruolo fondamentale nell’assicurare il rispetto del diritto al lavoro, nel quale rientra il diritto a buone ed eque condizioni di lavoro. Secondo gli standard dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), l’appartenenza a un sindacato o la partecipazione alle attività sindacali non possono costituire causa di licenziamento o di pregiudizi di altro genere nei confronti di un lavoratore.
Anche Amazon ha la responsabilità di rispettare i diritti umani, come spiegato nei Principi guida dell’Onu per le imprese e i diritti umani. Questi principi chiariscono che la responsabilità del rispetto dei diritti umani “… è uno standard globale di condotta previsto per tutte le imprese commerciali, indipendente dal luogo in cui operano… ed esiste al di là del rispetto delle norme nazionali e dei regolamenti posti a tutela dei diritti umani“. Ciò include la responsabilità di rispettare i diritti di libertà di associazione, assemblea ed espressione.
L’importanza del rispetto del ruolo dei sindacati sui luoghi di lavoro è diventata ancora più palese durante la pandemia da Covid-19. Numerosi sono stati gli esempi che dimostrano l’importanza dei sindacati e delle organizzazioni dei lavoratori nella protezione dei diritti umani del personale di Amazon e nell’adozione di misure sanitarie e di sicurezza migliori e altri tipi di protezione da parte dell’azienda. Queste esperienze mostrano lo stretto legame tra il diritto ad organizzarsi, la contrattazione collettiva e la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Ad esempio, in Francia, i sindacati hanno contribuito ad assicurare “tutele sanitarie, rientro volontario a lavoro, orari modificati per facilitare il distanziamento e un aumento di 2 euro l’ora per tutto il mese di maggio“. In Italia, il sindacato dei lavoratori di Amazon ha ottenuto la firma di un accordo che prevede “procedure di pulizia e sanificazione costanti, programmate e tracciate; programmazione delle attività lavorative e organizzazioni delle postazioni di lavoro con almeno due metri di distanza garantiti tra i lavoratori“.
Nonostante la manifestazione pubblica di apprezzamento e gratitudine di Amazon nei confronti dei lavoratori dell’azienda, questi sentimenti non sembrano riguardare anche il diritto di riunirsi in sindacati. Amnesty International ha informato di queste preoccupazioni Amazon in alcune lettere ad aprile e settembre 2020. Nella risposta alla lettera di Amnesty International dell’aprile 2020, Amazon ha dichiarato: “(il n)ostro approccio ai diritti umani si basa su standard internazionali; rispettiamo e sosteniamo le Convenzioni fondamentali dell’Oil, la Dichiarazione dell’Oil sui principi e i diritti fondamentali del lavoro e la Dichiarazione universale dei diritti umani dell’Onu“.
Amnesty International chiede ad Amazon di rispettare in maniera autentica il diritto dei lavoratori di riunirsi e costituire dei sindacati e di proteggere i diritti dei lavoratori che sostengono i temi dei diritti umani sul lavoro.