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Amnesty International ha annunciato la chiusura dei suoi uffici a Hong Kong: la sezione locale il 31 ottobre, l’ufficio regionale entro la fine dell’anno.
Amnesty International Hong Kong, fondata 40 anni fa, si occupava principalmente di sensibilizzare la città e soprattutto le scuole su temi riguardanti i diritti umani ed era finanziata prevalentemente da donazioni individuali di cittadini locali.
L’ufficio regionale, insieme alla sua sede gemella di Bangkok, conduceva ricerche e campagne su 19 stati della regione – tra cui la Cina – e sulle isole del Pacifico.
“Questa decisione, presa con grande difficoltà, è stata determinata dalla Legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong, che ha reso effettivamente impossibile a un’organizzazione per i diritti umani operare liberamente e senza rischiare gravi rappresaglie da parte del governo, ha dichiarato Anjhula Mya Singh Bays, del direttivo di Amnesty International.
“Per molto tempo Hong Kong è stata la sede regionale ideale per le organizzazioni internazionali della società civile ma le recenti campagne repressive contro gruppi per i diritti umani e sindacati hanno mostrato l’intenzione delle autorità di spazzare via dalla città ogni voce dissidente. Lavorare in questo ambiente è diventato per noi sempre più difficile”, ha proseguito Bays.
La legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong, imposta dal governo centrale cinese, è stata promulgata il 30 giugno 2020 con l’obiettivo di punire ogni presunto atto di “secessione”, “sovversione dei poteri dello stato”, “terrorismo” e “collusione con forze esterne o straniere per minacciare la sicurezza nazionale”.
Da allora, la sua vaga e generica definizione di “sicurezza nazionale”, che richiama quella adottata dalle autorità di Pechino, è stata utilizzata come pretesto per limitare i diritti alla libertà di espressione, di associazione e di manifestazione pacifica così come per reprimere il dissenso e l’opposizione politica.
Una lunga serie di raid, arresti e processi ha messo in luce come la vaghezza e la genericità di quella norma possano essere manipolate per fabbricare indagini contro chiunque le autorità di Hong Kong vogliano.
Dall’entrata in vigore della legge sono state chiuse almeno 35 organizzazioni della società civile, tra cui alcune delle più importanti associazioni sindacali e dei più popolari movimenti di attivisti.
Dal 1° luglio 2020 al 26 luglio 2021, sulla base della Legge sulla sicurezza nazionale la polizia di Hong Kong ha arrestato od ordinato l’arresto di almeno 138 persone: delle 64 formalmente incriminate, 51 sono sottoposte a detenzione preventiva.
La prima condanna ai sensi della legge è stata emessa il 27 luglio contro Tong Ying-kit, giudicato colpevole di “incitamento alla secessione” e “atti di terrorismo” per aver sventolato una bandiera recante uno slogan politico.