Amnesty International denuncia: Usa e Messico espellono migliaia di minori migranti non accompagnati verso situazioni di pericolo

11 Giugno 2021

@Alli Jarrar

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Gli Usa e il Messico stanno costringendo decine di migliaia di minori migranti non accompagnati, che avevano cercato salvezza nei loro stati, a tornare esattamente nei luoghi da cui erano fuggiti, senza verificare adeguatamente le loro situazioni e senza fornire misure di protezione.

È quanto denuncia Amnesty International in un rapporto intitolato Spinti in mani pericolose, pubblicato in occasione dell’incontro in cui il presidente messicano López Obrador e la vicepresidente statunitense Harris si sono impegnati a rafforzare la cooperazione in materia di controllo dell’immigrazione. Questo impegno va letto come un aumento degli intercettamenti e delle espulsioni forzate di minori migranti non accompagnati negli stati di origine.

I minorenni, compresi quelli separati a forza dalle loro famiglie dopo essere stati respinti dalle autorità di frontiera statunitensi, costituiscono un terzo dei migranti e dei richiedenti asilo della regione.

“L’amministrazione Biden sta rimandando indietro in modo sommario quasi tutti i minori migranti provenienti dal Messico, appena poche ore dopo il loro tentativo di trovare riparo negli Usa, spesso senza considerare i rischi cui potrebbero essere esposti al rientro nei luoghi di origine. Analogamente, le autorità messicane espellono la gran parte dei minori non accompagnati provenienti dall’America centrale verso gli stati di origine dai quali spesso erano fuggiti a causa della violenza e delle minacce, persino nei casi in cui questi ragazzi stanno cercando di riunirsi con le famiglie già presenti negli Usa”, ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe.

“Queste sono politiche pericolose e incomprensibili. Gli Usa e il Messico devono smettere di negare ai minori non accompagnati i loro diritti universali a chiedere asilo e a riunirsi con le loro famiglie, a prescindere da dove provengano”, ha sottolineato Guevara-Rosas.

Da quando, nel gennaio 2021, il presidente Biden è entrato in carica, circa 50.000 minori migranti non accompagnati hanno attraversato la frontiera statunitense in cerca di salvezza, molti dei quali separandosi dalle loro famiglie rimaste bloccate al di qua della frontiera dopo che non era stato permesso loro di chiedere asilo. Secondo le autorità statunitensi, l’80 per cento di questi minori non accompagnati cercano di riunirsi alle loro famiglie già presenti negli Usa e il 20 per cento sono messicani.

L’amministrazione Biden continua a respingere all’istante quasi tutti i minori messicani non accompagnati, facendo un uso improprio delle leggi contro il traffico di esseri umani che consentono agli Usa di rimpatriare in tempi rapidi minori provenienti dal Messico e dal Canada. Tutto questo continua a verificarsi nonostante il presidente Biden avesse promesso di fermare le espulsioni dei minori non accompagnati attraverso la sospensione della prassi dell’era-Trump di respingere tutti i migranti e i richiedenti asilo che si presentavano alla frontiera tra Messico e Usa sulla base di pretestuosi motivi di sanità pubblica.

La legislazione statunitense prevede che le autorità di frontiera (Customs and Border Protection) verifichino la situazione dei minori non accompagnati provenienti dal Messico prima di respingerli, onde assicurare che non siano vittime di traffico di esseri umani o non corrano pericoli al rientro. Tuttavia, avvocati, rappresentanti dei rifugi per i minori e funzionari messicani che si occupano del benessere dei minori hanno dichiarato ad Amnesty International che le autorità statunitensi respingono rapidamente quasi tutti i minori messicani non accompagnati anche in caso di rischio e sebbene stiano chiedendo asilo negli Usa.

Nel maggio 2021, l’assistente per i rapporti con la stampa e consulente per l’immigrazione della Casa bianca Vedant Patel ha confermato senza usare giri di parole le politiche dell’amministrazione Biden: “I minori messicani non accompagnati vengono rimpatriati”.

Quanto al Messico, a fronte dell’aumento dei transiti, a partire dal 2019, di minori non accompagnati provenienti dall’America centrale in cerca di riparo dalla violenza e con l’obiettivo di riunirsi alle loro famiglie negli Usa, le autorità messicane hanno chiuso la frontiera meridionale e rimpatriato gran parte dei minori fermati: il 90 per cento nel 2019 e il 70 per cento nel 2020.

Nel 2021 le autorità messicane hanno lanciato vaste operazioni nel nord e nel sud del paese per intercettare e rimpatriare i minori non accompagnati. Dopo l’intercettamento, le autorità competenti prendono in consegna i minori, spesso trattenendoli in rifugi chiusi, e quasi sempre decidono che il “miglior interesse” dei minori è che siano rimpatriati a forza negli stati di origine dai quali sono fuggiti.

Le autorità messicane addette al benessere dei minori dislocate lungo la frontiera con gli Usa hanno riferito ad Amnesty International che il Messico continua a fermare l’85 per cento dei minorenni non accompagnati provenienti dall’America centrale. Secondo i dati ufficiali, finora nel 2021 il Messico ha espulso circa la metà dei minori non accompagnati provenienti dagli stati centroamericani. Nonostante lo status di molti minori non accompagnati sia ancora da determinare, i livelli di espulsione sono destinati ad aumentare.

Dal gennaio 2021 la legge messicana prevede che i minorenni siano trattenuti in rifugi anziché in strutture detentive. Sebbene possa essere considerato un passo avanti, si tratta di rifugi chiusi e quelli del nord del paese risultano sovraffollati dato che i tempi per esaminare le situazioni individuali si sono allungati da 15 giorni anche a quattro mesi. I minori, sottolinea Amnesty International, non dovrebbero essere posti in detenzione se non per il minimo periodo possibile e in condizioni che soddisfino il loro migliore interesse.