Amnesty International Italia esprime cordoglio per l’uccisione di Lo Porto e Weinstein. Condanna per chi sequestra persone di pace e per l’uso irresponsabile dei droni

24 Aprile 2015

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Amnesty International Italia ha espresso il suo cordoglio per la morte di Giovanni Lo Porto, il cooperante italiano ucciso – come reso noto ieri dal presidente Usa Obama – nel gennaio 2015 insieme al cittadino americano Warren Weinstein nel corso di un’operazione antiterrorismo al confine tra Afghanistan e Pakistan.

I gruppi armati che catturano e tengono in ostaggio civili si rendono autori di crimini di guerra. Si tratta di azioni riprovevoli e spregevoli, in particolare quando le persone sequestrate sono cooperanti, la cui missione è migliorare la vita delle comunità alle quali si dedicano e con cui vivono‘ – ha dichiarato Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia. ‘Bene ha fatto il presidente degli Usa Barack Obama ad assumersi le responsabilità dell’uccisione di Lo Porto e Weinstein. Ma questo non basta. È necessario fare piena chiarezza sull’attacco che ha causato la morte di Lo Porto e Weinstein e prendere i necessari provvedimenti giudiziari‘ – ha aggiunto Rufini.

Amnesty International denuncia da anni l‘uso irresponsabile e illegale dei droni nelle operazioni antiterrorismo degli Usa in Pakistan e Afghanistan così come nello Yemen. Gli attacchi coi droni hanno causato numerose vittime civili e in alcuni casi hanno costituito veri e propri crimini di guerra. Grazie alla segretezza che ancora avvolge il programma sui droni, l’amministrazione Usa ha licenza di uccidere senza controllo giudiziario e in violazione degli standard basilari sui diritti umani. È giunto il momento che gli Usa assicurino trasparenza e chiamino a rispondere i responsabili delle violazioni dei diritti umani che scaturiscono dagli attacchi coi droni.

Rapporto

Nell’ottobre 2013, Amnesty International ha pubblicato uno studio completo, dalla prospettiva dei diritti umani, sul programma statunitense relativo all’impiego dei droni. Leggi il rapporto ‘Sarò io il prossimo? Gli attacchi statunitensi coi droni in Pakistan’

 

FINE DEL COMUNICATO    Roma, 24 aprile 2015

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