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Amnesty International ha sollecitato le autorità israeliane ad annullare il divieto di viaggio imposto a scopo punitivo nei confronti del suo ricercatore su Israele e Territori palestinesi occupati Laith Abu Zeyad, un difensore dei diritti umani palestinese residente nella Cisgiordania occupata.
In vista dell’udienza decisiva, in programma domenica 31 maggio presso il tribunale distrettuale di Gerusalemme, l’organizzazione per i diritti umani ha lanciato una campagna digitale di solidarietà nei confronti di Laith Abu Zeyad e degli altri difensori dei diritti umani palestinesi e israeliani che vengono puniti solo per il loro attivismo in favore dei diritti umani.
“Laith è un rispettato collega, un fidato amico e un appassionato difensore dei diritti umani che non ha fatto nulla per meritare il trattamento che sta ricevendo. La sua è una delle tante storie di persecuzione nei confronti di coloro che difendono i diritti umani in Israele e nei Territori palestinesi occupati e riflette la crescente intolleranza delle autorità israeliane verso le voci critiche“, ha dichiarato Julie Verhaar, segretaria generale ad interim di Amnesty International.
“Le autorità israeliane sostengono, senza fornire alcuna motivazione o giustificazione di tipo legale, di avere ‘prove segrete’ che giustificano il divieto di viaggio. Si tratta di una tattica ricorrente per mettere a tacere le voci critiche. Vi sono tutte le ragioni per credere che Laith sia stato punito per il suo lavoro in favore dei diritti umani e la sua è solo l’ultima storia di questo genere“, ha aggiunto Verhaar.
“Mentre il mondo inizia ad alleggerire il confinamento, per i palestinesi dei Territori occupati le gravi limitazioni delle libertà fondamentali restano una realtà. Per le persone che, come Laith, non hanno fatto altro che prendere la parola contro l’ingiustizia, il divieto di viaggio significa rimanere intrappolati a tempo indeterminato senza poter lasciare il paese“, ha sottolineato Verhaar.
Particolare ulteriormente crudele, Amnesty International ha appreso che Laith Abu Zayed non potrà assistere all’udienza che lo riguarda. Egli necessiterebbe infatti di un permesso speciale per raggiungere Gerusalemme Est occupata ma gli uffici dell’esercito che dovrebbero rilasciarlo saranno chiusi proprio fino al 31 maggio.
In precedenza, nel settembre 2019, Laith Abu Zayed si era visto negare un permesso umanitario per accompagnare a Gerusalemme Est la madre che doveva sottoporsi a un ciclo di chemioterapia. Laith non ha potuto starle vicino neanche negli ultimi suoi giorni di vita.