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Dal 22 al 29 luglio il campeggio La Rocca di Lampedusa si trasforma in un laboratorio dedicato all’incontro, condivisione, scambio e attivazione.
I partecipanti sono protagonisti di un’esperienza in cui si alternano momenti formativi sui diritti umani ad altri di mobilitazione.
Una vacanza diversa, per riflettere sui diritti umani, su come contribuire al loro rafforzamento, sulle ragioni e modalità dell’attivismo.
In questa pagina il diario online di sette giorni che ti cambiano la vita.
Il campo di attivazione per i diritti umani di Amnesty International a Lampedusa.
A #lampedusa il programma del nostro campo per i diritti umani sta per partire#StayTuned #staywithhumanrights https://t.co/isrsEvlJkc pic.twitter.com/KX1Ht8T14M
— amnesty italia (@amnestyitalia) 22 luglio 2017
Il programma della giornata di oggi è dedicato principalmente alle presentazioni. Prima di cena, il primo appuntamento con i nostri “esperti”.
Paola La Rosa racconta il lavoro di prima accoglienza svolto dal Forum Lampedusa Solidale.
Su Periscope, l’intervento integrale.
Lampedusa solidaleAmnesty Summer camp https://t.co/HtURrIgnm3
— amnesty italia (@amnestyitalia) 22 luglio 2017
La domenica al Summer Lab è dedicata agli incontri con gli esperti di politiche migratorie.
Salvatore Fachile di Asgi racconta l’evoluzione del diritto di asilo e come siano mutate nel tempo le politiche dell’Unione Europea.
Diritto di asiloSalvatore Fachile di @asgi.it racconta come sono cambiate le politiche europee#amnestyaction#IWelco… https://t.co/ck4Y4WWze9
— amnesty italia (@amnestyitalia) 23 luglio 2017
In serata, dopo cena, l’intervento di Gianni Rufini, direttore di Amnesty International Italia.
.@giannirufini stasera al #summerlab a Lampedusa. Incontro su diritti e crisi umanitarie dal ’90 a oggi#amnestyaction #iwelcome pic.twitter.com/wEaM8KUsch
— amnesty italia (@amnestyitalia) 23 luglio 2017
Terzo giorno di scambio e confronto per i partecipanti al Summer Lab di Lampedusa. Il campo estivo dedicato all’attivazione in difesa per i diritti umani è entrato nel vivo.
Parola chiave di queste giornate è “CAMBIAMENTO”: per trovare soluzioni efficaci alla crisi dei diritti umani e rispondere alla retorica velenosa del “Noi contro loro”.
Protagonisti della giornata Gianni Rufini, direttore di Amnesty International Italia, Fulvio Vassallo Paleologo, avvocato esperto in materia di migrazione e diritto di asilo.
Al Summer Lab parliamo di come è possibile AGIRE per i #dirittiumani #amnestyaction https://t.co/ncED4KFhX3 pic.twitter.com/yJIA4AHV81
— amnesty italia (@amnestyitalia) 24 luglio 2017
Politiche securitarie vs umanità
Fulvio Vassallo Paleologo incontra i partecipanti del Summer Lab a Lampedusa#amnestyaction pic.twitter.com/SB05OCZNDU— amnesty italia (@amnestyitalia) 24 luglio 2017
Il programma della giornata si è chiuso con la storia di Shady, un ragazzo che dall’Egitto è venuto in Italia con il sogno di diventare mediatore culturale.
Il Summer Lab di Lampedusa è al suo quarto giorno. Dopo una serata passata tra la gente dell’isola è il momento di tornare a riflettere e ad agire per cambiare le cose.
Ospite di questa nuova giornata insieme Alessandra Ballerini, avvocatessa civilista specializzata in diritti umani e migrazione.
Le persone non vanno private della loro libertà personale
MAI
Alessandra Ballerini al Summer Lab di Lampedusa pic.twitter.com/XJCoTsPnhP— amnesty italia (@amnestyitalia) 25 luglio 2017
Al termine dell’incontro, l’avvocatessa, insieme ai partecipanti del Summer Lab, ha ricordato i 18 mesi dalla scomparsa di Giulio Regeni, ricercatore italiano al Cairo.
Anche dal Summer Lab di Lampedusa si chiede #veritapergiulioregeni pic.twitter.com/GkrThCfQyC
— amnesty italia (@amnestyitalia) 25 luglio 2017
Matteo De Bellis, ricercatore di Amnesty International, racconta il lavoro di ricerca e denuncia condotto negli anni per denunciare gli effetti delle politiche securitarie europee in tema di migrazione.
Dopo giornate intense fatte di incontri e parole, il 26 luglio entra nel pieno il lavoro del laboratorio seguito da Lorenzo Terranera. Nel pomeriggio, poi, lasciamo il campeggio La Roccia di Lampedusa per una visita alla Guardia Costiera.
Proprio durante la visita è emersa l’umanità delle persone che si occupano di ricerca e soccorso in mare.
Questo un racconto che ci hanno girato al termine della visita.
Un bambino chiede: “mamma che è un marinaio?” Davanti al dubbio, la mamma gli risponde “è quell’uomo che non ha orari di lavoro, è colui che non ha il Natale, è quell’uomo che non ha un anno nuovo, che non festeggia compleanni né feste, che non ha estati, né inverni, che non abbraccia i suoi cari nei momenti difficili. Per lui tutti i giorni sono uguali, è come la Bandiera Nazionale, si lava con la pioggia e si asciuga con il sole… è colui che non ti vede crescere e non vede passare i tuoi anni. È colui che ha come amica il buio della notte, le stelle con cui condivide i suoi problemi e nelle notti più fredde, i suoi pensieri, è colui che non risponde alla sua famiglia, perché deve occuparsi degli altri, è colui che dorme meno di chiunque altro nel corso della sua vita e sa già che morirà prima degli altri, stanco e senza amici. È colui che quando serve si converte in dottore, psicologo, meccanico, dizionario, guida e persino semaforo degli altri. È quello che si commuove per un pensiero, una frase, una canzone o per orgoglio. Ma non lo da mai a vedere, non può, perché quello che fa vedere all’esterno è forza per gli altri. È quello che mostra la tua foto, e dice orgogliosamente questo è mio figlio. E quando nessuno lo vede, carezza i sui pensieri, abbraccia qualche foto e piange”. Poi la mamma, con le lacrime agli occhi, abbraccia il bambino e gli dice: “Per questo ci godremo questa giornata da soli, ma orgogliosi. Perché… tuo padre è un marinaio”!
Nella stessa giornata abbiamo ricevuto anche il saluto di Shady, ragazzo egiziano che ci ha raccontato la sua esperienza.
“Vivendo qui in Italia da un po’ di anni ho creduto sempre che sono solo, la mia generazione ormai non gliene frega più niente di cosa succede nel mondo. Non riuscivo a trovare qualcuno della mia età con un’opinione critica su cosa stiamo subendo e mi sentivo solo! Quando vi ho incontrato ho capito che stavo sbagliando, che non sono più solo. Vi ho incontrati, voi che venire da tante realtà diverse avete deciso di mettervi in gioco, e volevate scoprire la verità, la vera verità. Non è facile mettersi in gioco ma voi lo avete fatto e scopro che non sono più solo. Quando due menti si incontrano è come mettere due specchi uno davanti l’altro ed il risultato è l’infinito di idee, opinioni e pensieri. Il Summer Lab Camp di Amnesty era una stanza piena di specchi! Gli interventi di Salvatore, Gianni e Fulvio, La notte pazza a Lampedusa, il MALEDETTO TEMPO, La Via Lattea alle 3 di notte nella terrazze del bar sono cose che mi porto con me a Roma e che mi daranno la forza di andare ancora avanti.Marta, Carlo, Alberto,Mattia, Giovanni, Marco, Viola, Bianca, Erica, Camilla, Lucrezia, Silvio, Andrea , Eugenio e tutti voi ragazzi mi avete lasciato un segno. Grazie a te Roberta e a Chiara, Gary, Teresa, Marik , Guglielmo, Valerio e il resto dell’équipe mi avete dato la possibilità di conoscere una nuova realtà e mi avete aiutato a capire che ci sono ancora persone della mia età che si mettono in gioco per capire cosa sta succedendo perché non sono passivi.GRAZIE A TUTTI VOI!Shady
La serata si è conclusa con l’intervento di Leonardo Palmisano, autore del libro “Mafia Caporale”.
I partecipanti al Summer Lab di Lampedusa sono entrati in azione. I preparativi del flash mob in programma nel pomeriggio del 28 luglio sono stati frenetici e hanno richiesto tanto impegno, fatica e immaginazione. A coordinarli Lorenzo Terranera, artista che da alcuni anni sta collaborando con i campi estivi realizzati da Amnesty International.
Il nostro omaggio a @TerraOnlus organizzazione impegnata a Lampedusa con i suoi progettihttps://t.co/RY2KDss6HM pic.twitter.com/sPQgS7gIED
— amnesty italia (@amnestyitalia) 28 luglio 2017
Il campo di attivazione per i diritti umani di Amnesty International a Lampedusa.