Amnesty Summer Lab 2018: il diario da Lampedusa

29 Luglio 2018

Tempo di lettura stimato: 9'

Anche quest’anno racconteremo con un diario, realizzato grazie alla collaborazione degli stessi partecipanti, le emozioni, le storie e gli incontri che rendono i nostri Amnesty Summer Lab un’esperienza irripetibile e che lascia un segno in tutte le persone che vi partecipano.

Protagonisti di questo racconto i ragazzi che dal 21 al 28 luglio vivono il Summer Lab di Lampedusa.

Diario da Lampedusa: giorni 6 e 7

Tra i momenti più emozionanti di una esperienza vissuta insieme c’è quello dei saluti. Dopo 7 giorni insieme quel momento è arrivato. Brividi percorrono la nostra schiena, lacrime e sorrisi disegnano il nostro volto. Un altro Amnesty Summer Lab è finito, lasciando in tutti la voglia di cambiare.

La stessa voglia di Valeria e degli altri. Riassunta in questo post scritto “a caldo” dopo tante ore passate insieme agli altri partecipanti.

A dominare gli incontri con esperti e addetti ai lavori di questi sette giorni la parola “odio”. A ricordarcelo anche Fulvio Vassallo Paleologo, intervenuto per raccontare quali siano i diritti dei migranti e come, con l’attuale politica, si stia creando un clima di odio e di paura.

Diario da Lampedusa: giorni 4 e 5

Ogni nuovo incontro genera ancora di più voglia di azione. Grazie alle testimonianze dirette di chi ha dovuto attraversare il Mediterraneo e agli interventi dei nostri esperti i ragazzi del Summer Lab si preparano a diventare i difensori dei diritti umani di domani.

Ad aiutarli la bellezza folgorante dell’isola di Lampedusa, unita a ciò che quelle acque sembrano ricordare in ogni momento: il nostro obbligo a “restare umani”.

A motivare al cambiamento anche interventi come quelli di Leonardo Palmisano, etnografo e
scrittore, che ci ha raccontato gli intrecci criminali e traffico di migranti.

Tra le forme nuove di attivismo, il lavoro della Task force Hate Speech è tra quelli che sono più interessanti: una forma di attivismo online per contrastare i discorsi d’odio e combattere il razzismo e la violenza online.

 

Diario da Lampedusa: giorni 2 e 3

Dall’indignazione all’azione. Mentre il Summer lab entra nel vivo cresce tra i partecipanti la voglia di mettersi in gioco. A scatenare la reazione e la voglia di mettersi in gioco è la vicenda della nave Sarost5, da due settimane in attesa di conoscere il porto in cui attraccare.

Nella notte tra il 23 e il 24, dopo una lunga riunione, abbiamo trovato il modo per esprimere la nostra indignazione e il nostro dissenso contro le ciniche e crudeli politiche messe in atto contro i migranti. La mattina del 24, arrivati alla “porta di Lampedusa” eravamo pronti con i nostri cartelli e con la nostra voglia di far conoscere il nostro messaggio di solidarietà e sostegno a tutte quelle vite “sospese”.

Sui cartelli abbiamo scritto:

Porti aperti
Restiamo umani
40 vite in mare: diritti sospesi
Un porto sicuro per Sarost5
Restiamo umani
Sui diritti non si torna indietro

Finita l’azione, abbiamo “invaso” pacificamente il centro abitato di Lampedusa, proseguendo nella nostra azione di solidarietà e sensibilizzando le centinaia di turisti che affollano in questo periodo l’isola.

In serata, poi, un incontro indimenticabile: Donatella Rovera, ricercatrice di Amnesty International, ci ha raccontato cosa significhi essere sul campo e raccogliere prove per dimostrare violazioni dei diritti umani.

Diario da Lampedusa: giorno 1

Nonostante l’afa e il caldo torrido, i primi due giorni a Lampedusa sono stati fondamentali per iniziare a conoscersi. Dopo aver sistemato tutto nelle tende e nei bungalow i ragazzi si sono riuniti attorno a un cerchio e hanno iniziato a conoscersi. Sono bastati pochi minuti per affiatarsi e per iniziare un percorso che, in questi otto giorni, servirà a tutti come momento di confronto, crescita, cambiamento.